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La Regione Marche non ha rinnovato la convenzione con l’Aied – Associazione Italiana per l’Educazione Demografica di Ascoli Piceno. Le Federazioni provinciali PD di Ascoli Piceno, Ancona, Macerata, Fermo e Pesaro Urbino condannano la scelta. E preannunciano battaglia. Riportiamo la nota firmata dai segretari provinciali Francesco Ameli, Jacopo Francesco Falà, Angelo Sciapichetti, Luca Piermartiri e Rosetta Fulvi.

Aied Ascoli Piceno: la nota del PD

“La revoca della convenzione Aied da parte della Regione è l’ennesimo grave errore della Giunta Acquaroli che colpisce non solo le donne e la comunità della provincia di Ascoli, ma più in generale tutte le Marche e diverse Regioni italiane, considerato il fatto che gli accessi alle prestazioni erogate da AIED avevano provenienza anche da fuori Regione. Da oltre 40 anni, Aied ha rappresentato un’eccellenza in ambito sanitario, garantendo il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Diritto che, nella nostra Regione, è altrimenti scarsamente tutelato, visto che in intere province (come ad esempio quella di Fermo) risulta impossibile effettuare interruzioni volontarie di gravidanza vista la presenza del 100% di personale medico e paramedico obiettore di coscienza. La revoca della convenzione è un attacco vergognoso e diretto alla legge 194 che dal 1978 consente alla donna, nei casi previsti, di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza). Chiediamo che venga subito ripristinata, considerata la qualità, l’efficienza e i costi contenutissimi per l’erogazione del servizio che, vista l’alta percentuale di obiettori nelle Marche (70%) nella sanità pubblica, ha permesso l’attuazione di una legge nazionale e consentito di fornire un servizio sanitario protetto e sicuro alle donne. Stupisce leggere le parole fuorvianti e fuori tema delle parlamentari Latini e Leonardi, che rivendicano senza alcuna ragione interventi (peraltro di infima entità e di scarsissima efficacia) a sostegno della famiglia.

Si cerca furbescamente di parlare d’altro e sviare il discorso per operare una regressione subdola e silenziosa nel campo dei diritti che, nella nostra Regione, è portata avanti dalla Giunta Acquaroli sin dal suo insediamento, e in particolare dalla ex assessora Latini che si dichiarò prontamente “contraria all’aborto” appena insediata (dicembre 2020). Se, come afferma la AST 5 (ed è tutto da verificare), con la nuova pianta organica l’Ospedale “Mazzoni” da settembre 2022 può offrire un servizio qualificato per le IVG grazie ai 4 ginecologi non obiettori, perché non attivare la convenzione con Aied presso la AST 4 di Fermo? Ciò permetterebbe di superare finalmente uno delle più gravi lacune all’interno del territorio regionale relativa al diritto all’aborto. Ricordiamo inoltre che la decisione delle Marche rispetto alla convenzione con Aied è coerente perchè arriva dopo la scelta di non recepire le indicazioni del 2020 del ministro Speranza che aprivano alla possibilità di prolungare il periodo limite entro il quale si può assumere la pillola RU486, così come quella di farlo al di fuori delle strutture mediche. Contano i fatti, i dati, le decisioni assunte; a poco servono le rassicurazioni politiche di chi oggi vorrebbe dire sulla pelle delle donne che va tutto bene. Ora basta! Chi pensa di far tornare le Marche 50 anni o più indietro e mettere a serio rischio la salute delle donne, soprattutto di quelle che non possono pagare costose cliniche private, sta smontando pezzo per pezzo l’assistenza sanitaria e psicologica alle donne che prendono la dolorosa decisione di interrompere volontariamente la gravidanza. Si vuole forse tornare ai tempi delle mammane? Ci opporremo in ogni luogo e in ogni sede contro questo proditorio e codardo smantellamento”.

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