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Cito a memoria. Due storie contenute ne I Quattro Libri di Lettura, che Lev Tolstoj scrisse per i figli dei suoi contadini.
 

C’era una volta un re

C’era una volta un re, il quale aveva una figlia adoratissima. Un giorno, questa cadde gravemente malata di malinconia e nessun medico del regno sembrava capace di trovare un rimedio. A questo punto qualcuno suggerì che la principessa sarebbe guarita se avesse indossato la camicia di un uomo felice. Subito tutti i messi del re si misero a cercare finché non trovarono l’unico uomo felice del regno. Questi, però, era talmente povero che non possedeva nemmeno una camicia.
 

C’era una volta un vecchio

Un vecchio, stanco e malato, si accingeva a sorbire la sua minestra da una ciotola di coccio. Tuttavia aveva le mani tremanti e la ciotola gli scivolò a terra, rompendosi. Allora il figlio e la nuora lo sgridarono aspramente, rimproverandogli che aveva già rotto altre ciotole.

Il giorno dopo, i due videro il figlioletto che armeggiava con un coltellino su un pezzo di legno e, quando gli chiesero cosa stesse facendo, il bimbo rispose che stava costruendo una ciotola di legno perché quelli non avessero a romperla quando fossero diventati vecchi.

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Lev Tolstoy in Yasnaya Polyana (maggio 1908) – Foto di Sergej Michajlovič Prokudin-Gorskij  

Letture edificanti

Due storie un po’ ingenue e fuori tempo già quando le leggevo io, a otto anni, su indicazione di un maestro illuminato. Eppure, edificanti.
Una lettura edificante ha due caratteristiche: essere verosimile e agganciarsi alle tendenze innate degli individui, per incoraggiare quelle migliori.
A otto anni noi ci costruiamo una immagine fisica del mondo materiale ed una immagine psico-affettiva del mondo delle relazioni. Non abbiamo visto il Giappone, ma le foto sull’atlante ce ne danno un’idea. Così le storie ci fanno conoscere emozioni, sentimenti e situazioni che non abbiamo ancora vissuto.
Ora, il piccolo Roberto, di appunto otto anni, sta per affrontare una difficile prova: quattro nonni, assetati del suo sorriso, se lo contenderanno a forza di regali. Regali che Roberto non ha desiderato, che guarderà solo per pochi minuti, ma per i quali dovrà ringraziare per educazione.
I nonni, peraltro, sono abbastanza felici, nonostante abbiano molte camicie; e sono anche in gamba. Nonno Beppe, ad esempio, ancora scia e va in moto.
 

Il piccolo Roberto

Il piccolo Roberto si fa la sua idea del mondo su questi episodi, senza sospettarne la insidiosa falsità. Ché va bene che gli adulti desiderino la gioia dei bambini, a patto di non dimenticare il loro primo compito: insegnare ai cuccioli come sopravvivere alle avversità.
Negli altri giorni Roberto segue serie televisive, con personaggi improbabili, portatori di sentimenti extraterrestri, che fanno azioni irreali in trame fuori dal senso comune. Storie contemporanee e destrutturanti

Ma il tempo passa.

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I Quattro Libri di Lettura, Lev Tolstoj

L’adulto Roberto

Roberto ora ha quarantotto anni, ha perso il lavoro e deve spaccare il centesimo; gli è rimasto solo nonno Beppe, roccia ultracentenaria, che deve essere imboccato per nutrirsi.
In una serie televisiva Roberto sarebbe un perdente destinato alla depressione e allo sconforto. Tuttavia, Roberto ha letto I Quattro Libri e le sue storie fuori tempo. Ci ha riflettuto, quando è stato, e la sua psiche le ha processate e messe da parte.
Sicché ora ha gli strumenti per ricavarsi un altro ruolo e si chiede se la sua felicità debba dipendere dal suo guardaroba e se non sia una fortuna poter tenere ancora la mano di qualcuno che l’ha amato e visto crescere. La sua costruzione etica, edificata su racconti fuori tempo, poggia su travi ben piantate nella realtà. Roberto si fa una ragione delle disgrazie e cerca di vivere bene con quel che ha.
Ne consegue che, adesso, io sarei contento se ognuno dei nonni regalasse uno dei Quattro Libri, e che ne leggesse le storie a Roberto, incoraggiando le sue domande.
Tipo: “Nonno, ma per poter guarire la principessa, la camicia doveva essere firmata?”.
Uhm, domanda pericolosa.
Nonni, sapete cosa… per evitare le insidie della diretta, I Quattro Libri, leggeteveli prima voi.
 
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