L’assessore alla Sanità della Regione Marche Saltamartini: “Servizio indispensabile per la sanità pubblica. Vi è una grande carenza di questi medici, occorre dare un adeguato trattamento economico”.
Terminato il corso per medici dell’emergenza sanitaria
Sono 11 i medici che si sono diplomati al corso di formazione per i medici del 118 organizzato da Regione Marche e Asur. A tutti loro è stato consegnato l’attestato di partecipazione, alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini.
Il corso è durato 4 mesi per non meno di 300 ore, svolte prevalentemente con esercitazioni e tirocini pratici, con una parte teorica in parte in presenza e in parte in e-learning. Una formazione sul campo e pertanto altamente professionalizzante. E’ stato finanziato in parte dalla Regione e i partecipanti, tutti giovani medici, verranno comunque rimborsati per intero a seguito del convenzionamento per l’attività di emergenza sanitaria territoriale.
L’Assessore alla Sanità della Regione Marche
“Gli attestati che abbiamo consegnato – ha detto Saltamartini – hanno un grande valore. Significano l’impegno che questi medici dovranno profondere in un servizio indispensabile per la sanità pubblica. Nella nostra regione, come in tutta Italia, abbiamo una grande carenza di questi medici, come pure nei pronto soccorso. Il tema è riconoscere il trattamento economico adeguato a questi medici e perciò stiamo portando avanti una battaglia anche con il Governo nazionale. L’impegno dei medici dell’emergenza/urgenza è costante e continuo, giorno e notte e ogni giorno dell’anno. Purtroppo c’è una carenza di vocazioni perché i sacrifici sono enormi. Sono medici che non hanno altre opportunità di esercitare la professione in strutture alternative o in extra moenia, come invece è possibile per altre specializzazioni. Pertanto le prestazioni aggiuntive che svolgono devono essere adeguatamente remunerate”.
I medici
Tra i meedici che hanno partecipato al corso, c’è la dottoressa Stefania Bianchini, per la quale il 118 è la base del sistema sanitario. “E’ un servizio essenziale – spiega – su cui la popolazione ripone molta fiducia. Pensare che quando si sta male c’è qualcuno che può venire a casa a prenderti è un sollievo per il paziente e per i familiari. E’ un servizio in crisi, difficile, perciò non tutti si sentono pronti a fare questo mestiere… ma bisogna sostenerlo in tutti i modi possibili”.
“Il 118 è un sogno che avevo fin da bambino – ha commentato il dottore Michele Gironella. – L’idea del medico che va a casa della persona nel momento di massima fragilità, significa voglia di essere lì dove c’è bisogno. Non mi sentirei pienamente medico se non mi trovassi lì in quei momenti. E’ la risposta sanitaria che entra a casa della persona e va incontro al malato. Oggi la responsabilità è anche maggiore rispetto al passato perché abbiamo più strumenti e quindi la risposta che il cittadino si aspetta è di alta qualità”.
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