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Il Coordinamento “Fermiamo il consumo di suolo, rigeneriamo la città” interviene sull’idea della Giunta comunale di San Benedetto del Tronto di realizzare un nuovo ospedale in zona Ragnola. Cioè tra Porto d’Ascoli e il centro, per la precisione tra Viale dello Sport e la Statale Adriatica. Nella nota firmata da Amilcare Caselli viene illustrata e analizzata, dati alla mano, la situazione che si verrebbe a creare se il progetto andasse avanti.

La nota del Coordinamento “Fermiamo il consumo di suolo, rigeneriamo la città”

“La Giunta Comunale di San Benedetto del Tronto con la delibera 266 del 13/12/2022 si propone di realizzare un nuovo ospedale in zona Ragnola. Nel centro della città quindi. In una delle poche aree ancora libere dal cemento.
Questa decisione è conseguenza della deliberazione regionale 140 del 14/02/2022 per la riorganizzazione delle strutture sanitarie regionali a seguito della pandemia e del sisma del 2016, con adeguamenti sismici,  efficientamenti energetici, nuovi reparti e la costruzione di nuovi nosocomi.

I due documenti sono reperibili in rete, ma nella delibera regionale la situazione dell’ospedale di San Benedetto viene soltanto sfiorata. E per la verità in modo abbastanza confuso: in poche righe si provvedono 400.000 euro per uno studio di fattibilità delle varie soluzioni. Ma in qualche tabella viene già indicato l’ospedale ‘nuovo”’per San Benedetto del Tronto.

Gli altri interventi in elenco – adeguamenti, riqualificazioni o costruzioni ex novo – sono invece descritti in modo dettagliato. Ad esempio è spiegato perché in determinate situazioni non si è potuto adeguare l’esistente e quindi si è dovuto procedere per un nuovo ospedale. Come ad esempio per Fermo, Macerata, Pesaro o Ancona. Ma, si badi bene, questi nuovi ospedali sono previsti fuori dall’urbe. Coerenti con una visione territoriale della struttura, nell’hinterland a minimo 5 o 6 chilometri dalla città, in zone di facile collegamento e/o adiacenti ad aree commerciali”.

Il nuovo ospedale di San Benedetto del Tronto

“Questa amministrazione, invece – prosegue la nota – ha deciso che il nuovo ospedale di San Benedetto dovrà realizzarsi tra Porto d’Ascoli e il centro, tra Viale dello Sport e la Statale Adriatica. E’ il caso di ribadire che la nostra città ha un’estensione di 25 kmq con 1.900 abitanti per chilometro quadro, contro Macerata, 92 kmq e 441 ab. per kmq. O Fermo, 124 kmq con 290 ab. per kmq.

San Benedetto, quindi, non solo ha un cronico problema di consumo di suolo, più di 5 volte la media regionale, e questo previsto ospedale non sarebbe soltanto un problema per la sostenibilità – di cui d’altronde ci sarebbe estremo bisogno – o per il consumo di suolo, ma, paradossalmente, sarebbe un macigno anche per la salute dei cittadini.

Questa città soffre una viabilità del tutto inadeguata che d’estate col flusso turistico arriva a livelli di guardia. E il nuovo ospedale a Ragnola darebbe il colpo di grazia a questo già fragile equilibrio, che nessuna “bretella” collinare potrebbe risolvere.

Riportiamo qui dunque la preoccupazione nostra, quella di altre  associazioni e di tanti cittadini, e rivolgiamo alcune domande al Sindaco.

1) Quali sono, cifre e studi alla mano, le ‘valutazioni preliminari”’che laconicamente nella delibera comunale bocciano l’ipotesi di riqualificazione e ampliamento del Madonna del Soccorso? Che quindi “fanno convergere verso la proposta di una nuova struttura ospedaliera”? Esistono studi secondo i quali sarebbe possibile la riqualificazione con l’ampliamento in situ del vecchio ospedale, addirittura con una spesa minore. Senza pretendere di avere la soluzione in tasca, chiediamo se sia stata serenamente valutata e confrontata questa ipotesi. E inoltre, perché in tanti casi descritti nella delibera regionale si è potuto riqualificare, mettere a norma e ampliare, mentre a San Benedetto no?

2) E, nel caso dell’effettiva impossibilità di rigenerazione in situ del Madonna del Soccorso, perché non realizzare il nuovo ospedale qualificando aree degradate, dismesse o commerciali e già urbanizzate all’interno della ATS 21? L’attenzione al territorio, la necessità di risparmiare il suolo e la qualità di vita dei cittadini, i temi tanto sbandierati in campagna elettorale e in tante interviste, dove sono finiti? Se invece i Comuni costieri e adiacenti a San Benedetto, cioè l’attuale ATS 21 che ha un bacino di oltre 100.000 utenti, avessero gli strumenti per pianificare in maniera sistemica come un unico ente territoriale non assisteremmo alla solita spasmodica ricerca di un’area disponibile.

3) Tornando all’ipotesi del nuovo ospedale di Ragnola, che ne sarebbe poi del Madonna del Soccorso?

Ma soprattutto, è stata fatta una valutazione di impatto ambientale, urbanistico e della viabilità? La risposta è semplice, NO.

E’ sufficiente guardare una foto aerea della nostra costa, individuare la zona Ragnola e confrontarla con le zone decentrate previste per i nuovi ospedali marchigiani per rendersi conto che un nuovo complesso ospedaliero tra il centro e Porto d’Ascoli sarebbe un grave e irreparabile errore”. 

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