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Terre rare e materie prime sempre più nei pensieri dell’Europa. La volontà è quella di evitare una replica dell’emergenza gas. Al momento un terzo delle riserve mondiali sono di proprietà dalla Cina.

Terre rare, si corre ai ripari per evitare future criticità

Secondo la definizione della IUPAC, le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, precisamente scandio, ittrio e i lantanoidi. Sono fondamentali per l’economia del presente e del futuro. Hanno un gran influenza a livello globale. Fondamentali nel settore militare e aerospaziale, nel commercio di auto elettriche, fino alla fibra ottica e la realizzazione di smartphone e chip. Sono i metalli delle nuove tecnologie. La Cina ne ha quasi il monopolio. Nello specifico possiede circa un terzo delle riserve mondiali di Terre rare. Ovvero il primato della loro produzione raggiungendone quasi il 60%. Nel 2020 si stimano circa 140 mila tonnellate prodotte. Secondo produttore al mondo invece gli USA con il 15,5% del totale globale.

Notizia delle ultime ore è l’accordo provvisorio tra il governo della Namibia e l’Unione Europea. Lo stato africano ha accettato di vendere i suoi minerali di terre rare, fondamentali per i settori delle energie rinnovabili. A renderlo noto, il ministro namibiano delle Miniere e dell’energia, Tom Alweendo. L’intesa riguarda le condizioni di principio della collaborazione e che la raffinazione dei minerali, “qualunque siano i materiali”, sarà elaborata localmente in Namibia.

Discorso italiano

Le Terre Rare, o metalli rari, in Italia sono abbondanti nei RAEE, nei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il Belpaese è povero di materie prime. Ci sono solo alcuni dei più grandi bacini al mondo di Antimonio e Titanio rispettivamente in Toscana e in Liguria. I depositi convenzionali di litio sono minimi e limitati ad all’arco alpino dell’Alto Adige e all’Isola d’Elba. Argento, rame e piombo nel Vipiteno. I posti più battuti dai cercatori esperti d’oro sono il Ticino, l’Elvo, l’Orco e il Sesia. Del discorso estrazioni nazionali, comprese le acque minerali, invece sono costituite per l’83,8% da minerali da cave. L’aggregato “calcare, travertino, gesso e arenaria” è il più rappresentativo.

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