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Non è un segreto che in tempi di crisi l’emergenza si rifletta anche nei rapporti interpersonali. Lo abbiamo visto con il Covid, che oltre a una gigantesca emergenza sanitaria ha rappresentato anche una rivoluzione sotto il profilo sociale, con l’aumento preoccupante dei disturbi depressivi. L’isolamento forzato aveva provocato un inevitabile incremento dei conflitti, al punto che si iniziò a parlare di emergenza sociale su tutti i livelli.

Negli ultimi tempi, è un’altra la minaccia che sembra gravare sull’equilibrio parzialmente ritrovato dopo la pandemia: è la crisi economica, con aumenti in bolletta e carovita che generano sempre più ansia e preoccupazione fra gli italiani, costretti a fare fronte a spese sempre più alte. Questo ha delle naturali ricadute sui rapporti di coppia.

I dati

L’indagine di Moneyfarm e Smileconomy su separazioni e divorzi ha rilevato che ogni 5 minuti in Italia una coppia si separa con ben 267 richieste di separazione al giorno. Il trend delle separazioni risulta in aumento dell’11% tra il 2010 e il 2019, con il Sud trascinatore in quanto si registrano i maggiori aumenti in Calabria (fonte: Repubblica).

È ancora presto per valutare quali saranno le conseguenze della crisi economica ed energetica per le coppie italiane, ma gli avvocati familiaristi lamentano un preoccupante peggioramento dei conflitti a partire dall’estate 2022, da attribuire a una questione molto specifica: tante coppie si trovano ai ferri corti, ma le spese da sostenere sono tante e la possibilità di investire ulteriori soldi in una pratica di separazione è diventato un privilegio riservato ai benestanti. Questa situazione si fa preoccupante soprattutto se si ragiona sugli episodi di violenza domestica che, in questo scenario, potrebbero subire un incremento pericoloso.

I modi, i tempi e i costi di separazioni e divorzi

La legge italiana prevede che si possa fare richiesta di divorzio se sono trascorsi almeno sei mesi da una separazione consensuale o un anno dalla separazione giudiziale (il termine decorre dalla prima udienza di separazione in tribunale). Il procedimento congiunto è senza dubbio la via più semplice e consigliabile, in primo luogo per i costi più contenuti ma anche per le tempistiche ridotte, le pratiche giudiziali possono infatti durare anche anni in base alla conflittualità dei coniugi e al carico di lavoro che grava sul tribunale in un dato periodo.

La separazione consensuale

La separazione consensuale si può attuare in diversi modi. Il metodo tradizionale prevede il deposito in Tribunale di un ricorso contenente il dettaglio delle condizioni d’accordo fra i due coniugi e alcuni documenti come la dichiarazione dei redditi degli ultimi 3 anni, il certificato di residenza e altro. Si fissa l’udienza e, dopo un tentativo di conciliazione (che è per lo più una formalità), l’accordo viene sottoscritto da entrambi i coniugi e rimesso al Collegio perché provveda al Decreto di Omologazione.

Ma si può anche evitare di passare per il tribunale. Addirittura si può risolvere la pratica nel giro di qualche giorno con la dichiarazione al Comune davanti al sindaco, questa è la procedura in assoluto più rapida e meno costosa. Si può fare, però, soltanto nel caso in cui la coppia non abbia figli minori o maggiorenni economicamente non autosufficienti o portatori di handicap grave. Inoltre, le condizioni non possono riguardare i trasferimenti patrimoniali. La separazione tramite dichiarazione in Comune si attua presentando una richiesta al Comune con allegati alcuni documenti (atto di matrimonio, certificato di residenza, stato di famiglia, dichiarazioni dei redditi, copia del codice fiscale).

Infine, si può procedere con la negoziazione assistita da un avvocato. In questo caso, si contatta un avvocato familiarista specializzato per redigere un accordo nel quale si espongono le condizioni di separazione concordate dalle parti; questo viene poi trasmesso al P.M. del tribunale che, nella maggior parte dei casi, autorizza la separazione in tempi brevi.

La separazione giudiziale

Quando i due coniugi non riescono a trovare un accordo sulle condizioni della separazione, l’unica soluzione è procedere in giudizio chiedendo al Tribunale di pronunciarsi con una sentenza di separazione coniugale, che regolerà i rapporti personali e patrimoniali tra i coniugi.

Dopo il ricorso di uno dei due coniugi, il Presidente del Tribunale emette un decreto che fissa la data dell’udienza e stabilisce il termine entro il quale il ricorso deve essere notificato all’altro coniuge. Nell’udienza di comparizione i coniugi sono obbligati a una conciliazione obbligatoria preventiva, se questa fallisce il Presidente affida la causa a un giudice istruttore che porterà a conclusione il processo. In questa fase il giudice può svolgere indagini anche molto approfondite per accertare il valore del patrimonio dei due coniugi ed eventualmente ascoltare testimoni, fino alla sentenza definitiva contenente le condizioni ufficiali del divorzio.

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