Il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini ha chiarito la posizione della sua associazione a proposito della nuova denominazione di quello che una volta si chiamava Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Lo ha fatto al convegno sulla carne sintetica della Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari. E lo ha ribadito sulla sua pagina Facebook.
Coldiretti e il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare
Dal giorno in cui il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Quirinale, ha letto la lista dei Ministri del suo Governo uno dei dicasteri è finito nell’occhio del ciclone. Tutta colpa del nome che gli è stato dato. Perchè quel “Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare” in sostituzione di Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali non è proprio andato giù ai partiti di opposizione. Alle critiche insistenti degli esponenti di tali partiti si sono aggiunti, in seguito, post e meme a profusione sui social, per lo più ironici. Ma non sempre e non solo.
Anche la Coldiretti, che è la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza del mondo agricolo in Italia, si è espressa al riguardo. “Apprezziamo – si legge sul sito ufficiale – la scelta di accogliere la nostra proposta di cambiare il nome del Dicastero che significa nei fatti un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità”.
Sono parole riprese dall’intervento del presidente nazionale Ettore Prandini alla Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari. Prandini, poi, ha ribadito il concetto in un post che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook. Post di sabato 23 ottobre che riportiamo di seguito.
Il post del Presidente della Coldiretti Ettore Prandini
“Alla luce della recente modifica nel nome del Ministero dell’Agricoltura in Ministero della Sovranità Alimentare, voglio proprio iniziare da questo.
Sovranità Alimentare: significa avere quella visione di strategia come sistema Paese che noi ci immaginiamo.
Per troppo tempo abbiamo ragionato sulle emergenze, senza pianificare. Ma oggi, quando parliamo di sovranità, vogliamo proprio un progetto che sia, sì in grado di fronteggiare l’emergenza e dare risposte concrete, ma che allo stesso tempo pianifichi nel medio – lungo periodo sugli investimenti di carattere infrastrutturale.
Sovranità anche per quanto concerne il cibo.
Oggi, quelle pochissime persone che sostengono il cibo sintetico, spendono 25 miliardi di euro per non far parlare di cibo sintetico. E questa è un’assurdità ma che ci fa palesemente capire che dietro c’è qualcosa che non va, che non deve essere pubblicizzato. Vorremmo che l’Europa, in un’ottica di trasparenza e verità, prima di permettere la commercializzazione di questo cibo, ne evidenzi i rischi per la salute umana.
Basta demagogie. Basta partiti dei no. Sovranità significa tornare ad avere una visione generale, non settoriale.
E quindi la sfida che lanciamo è quella di creare un’alleanza. Alleanza con l’industria, il commercio, l’artigianato ed anche le istituzioni. Tutti i settori che collaborano per vincere questa partita.
In questo momento storico noi ci dobbiamo riconquistare quello che ci è stato consegnato dai nostri avi. Un’Italia di storia, cultura, tradizione, biodiversità. Un’Italia che torni ad essere quel Paese straordinario che da sempre viene invidiato da tutto il Mondo. Ma è solo INSIEME che otterremo questo risultato”.
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