Advertising in caduta libera in Italia. Gli investimenti in campagne pubblicitarie sono diminuiti. Resiste solo la pubblicità nel web.
Advertising, crollano gli investimenti pubblicitari
La raccolta pubblicitaria dei primi otto mesi del 2022 in Italia è in calo dell’1,4%. Per il 4,5% se si escluse quella per il web che invece resiste. A certificarlo sono le stime pubblicate dall’americana Nielsen, nota società di statistiche. Gli annunci sponsorizzati nei social rappresentano la forma di pubblicità più ricercata e utilizzata nell’ultimo anno arrivando a conquistare un +3%. Anche la radio si conferma con un trend positivo intorno al +4%. La televisione invece lascia l’8,8% del giro d’affari. Anche la stampa in negativo, i quotidiani a -4 e i periodici intorno a -0,8%.
Il contributo maggiore nel realizzare campagne pubblicitarie è apportato da enti e istituzioni per il 23%. Seguono industria, tempo libero e turismo. Scendono invece gli investimenti di automobili e alimentari. Da tenere in considerazione anche la cura della persona in crescita negli ultimi mesi.
Come raggiungere il pubblico giusto
Quasi tutti gli attori che intraprendono una campagna pubblicitaria stanno diversificando la propria impronta digitale su computer, smartphone, tablet e TV connessa (CTV). Gli inserzionisti hanno bisogno di dati sulle impressioni deduplicati tramite integrazioni dirette del publisher per raggiungere il pubblico attuale e anche quello nuovo. I cookie, gli ID pubblicità mobile (MAID) e altri identificatori digitali su cui l’industria pubblicitaria fa affidamento da anni sono in via di estinzione. In loro assenza, le moderne strategie digitali dovrebbero dare la priorità ai dati proprietari e agli asset di dati premium aggiuntivi, che possono essere autenticati o non autenticati.
Il rischio di sprecare la propria spesa media continua ad aumentare. La copertura è anche secondo Nielsen un indicatore precoce delle vendite. Quindi, se non lo si fa bene, si rischia di perdere potenziali entrate. I marchi sprecano quasi il 40% della loro pubblicità digitale per il pubblico sbagliato. Ben il 29% della spesa pubblicitaria CTV raggiunge un pubblico fuori target.