Da alcuni giorni ad Ancona e Jesi sono apparsi manifesti con indicazioni per le donne che intendono fare ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza. Sono indicazioni basate sulla legge 194, ma non complete, secondo il Forum delle Associazioni Familiari delle Marche. Che, a firma del suo presidente Paolo Perticaroli, chiede alla Regione un intervento concreto per un vero sostegno alle donne in difficoltà.
Legge 194: la nota del Forum Marche
“Da alcuni giorni – si legge nella nota del Forum Marche – sono stati affissi, da anonimi, sia a Jesi che ad Ancona, manifesti che intendono dare informazioni alle donne sulle possibilità di interruzione volontaria della gravidanza, secondo la legge 194. Con omissione totale, però, di altri aspetti importanti di cui la legge è portatrice.
Una premessa è d’obbligo. I manifesti affissi non sono firmati e, quindi, appare lecito pensare che la loro affissione NON sia stata autorizzata. Quando si trattano certi argomenti, occorrono senza alcun dubbio serietà e dialogo sincero. E non ci si può limitare a mettere in risalto, per puri motivi ideologici, solo una parte di un discorso ben più ampio. Discorso che va invece affrontato a 360 gradi. Oggi, di fronte a un tasso pari quasi a zero di nati nella nostra Regione, è necessario dare risposte concrete alle donne e le Istituzioni, tutte le Istituzioni, dovrebbero farsi carico delle difficoltà e degli ostacoli che colpiscono donne e famiglie. Dando loro sostegno a tutela della maternità.
Legge 194 ancora parzialmente inapplicata
La legge 194 del 1978, a distanza di più di 40 anni dalla sua emanazione, continua ad essere inapplicata nella sua parte principale ed iniziale. Più volte come Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, al quale aderiscono più di 25 associazioni che si occupano di famiglia presenti su tutto il territorio regionale, abbiamo sollecitato l’applicazione della legge. Sostenendo anche la proposta di convenzionare i diversi consultori, pubblici e privati, che già lavorano nel nostro territorio con competenza e professionalità. Consultori che possono essere di vero aiuto all’applicazione della legge stessa. Abbiamo ribadito, inoltre, la necessità che le diverse associazioni che sostengono la vita nascente abbiano spazi pubblici, utili ad aiutare le donne in questa fase delicata della vita, facendosi carico concretamente delle difficoltà di ciascuna nel rispetto della libertà individuale.
Dopo la pandemia, a maggior ragione, occorre intervenire, con grande forza e determinazione, a sostegno delle donne.
Urge attivare sportelli informativi, magari con il sostegno delle associazioni di volontariato in grado di non lasciare sole le donne anche dopo la nascita del figlio. È oltremodo necessario che la Regione Marche vi metta mano, senza pregiudizi di alcun genere, ma con un rinnovato ed evidente intento di ascoltare quel grido di dolore che arriva dalla donna quando si trova ad affrontare questa scelta difficile. E lo faccia cercando di attivare tutte le sinergie presenti sul territorio, in uno scambio fatto di vero ascolto e autentica condivisione. Con il solo desiderio di aiutare la donna in difficoltà.
Da troppo tempo e da più soggetti, alla famiglia sono mancati un sostegno culturale e concreti aiuti economici che agevolino l’apertura alla vita. Non si può certo combattere la denatalità nella nostra Regione (tra le più alte d’Italia) continuando con atteggiamenti di scontro ideologico che non portano da alcuna parte. E che non fanno gli interessi di nessuno.
L’invito del Forum Marche alla Regione
Il Forum delle Associazioni Familiari delle Marche invita pertanto la Giunta Regionale, con il coinvolgimento della Consulta Regionale della famiglia, a sedersi al più presto intorno ad un tavolo per prendere finalmente a cuore la tematica della natalità e della vita nascente. Per il bene di tutto il nostro territorio marchigiano e delle future generazioni.
Senza dimenticare che il titolo della legge 194 inizia così “Norme per la tutela sociale della maternità”. È responsabilità e compito di tutti lavorare per garantire questa tutela”.
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