Lepanto 7 ottobre 1571, è la data in cui avvenne lo scontro navale tra le flotte dell’Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa. Una data in cui si celebra “La vittoria di Lepanto“. Una ricorrenza che negli anni è rimasta legata profondamente al territorio tanto che nell’800 ha ricevuto anche la pubblicazione di una cantica in suo onore.
Lepanto, il 7 ottobre si celebra la Vittoria cristiana
Si celebrano 451 anni dalla storica “Battaglia di Lepanto“. Il 7 ottobre 1571 ci fu lo scontro navale nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell’Impero ottomano e quelle cristiane riunite in una “Lega Santa”. Alla battaglia nel golfo di Corinto parteciparono secondo la tradizione anche uomini del territorio piceno. Un violento scontro dove protagonsite furono le truppe cristiane composte da galee e imbarcazioni minori della Repubblica di Venezia, della Spagna, del Papa, di Genova e di molti altri esponenti intervenuti a sostegno. L’intera flotta era affidata al comando dal giovane Don Giovanni d’Austria, affiancato da Marcantonio Colonna per omaggio al Papa. La parte avversaria invece fu guidata dall’ammiraglio Mehmet Alì Pascià. In uno scenario apocalittico, i turchi contarono 35mila uomini tra morti, feriti e prigionieri. I cristiani nello scontro riuscirono a liberare 15mila forzati imbarcati come rematori nelle stive avversarie.
Secondo molti storici la sconfitta segnò l’inizio del declino della potenza navale ottomana nel Mediterraneo. Un declino che scongiurò il loro arrivo nel cuore del vecchio continente. Quella di Lepanto fu la prima vittoria delle forze cattoliche occidentali sui turchi, protagonisti ai tempi di un forte movimento espansionistico verso nord. I cristiani naturalmente attribuirono la loro vittoria soprattutto alla protezione della Vergine Maria, tanto che nell’anniversario della battaglia fu fissata la festa della Madonna del Rosario.
Lepanto nel Piceno
Molti sono i riferimenti della tradizione picena alla Battaglia di Lepanto. Tra questi alcuni abitanti di Spelonga, piccola frazione di Arquata del Tronto, presero parte alla battaglia riuscendo a tornare a casa sani e salvi, ma soprattutto con un vessillo ottomano ancora sporco di sangue. Come furono ingaggiati, rimane ancora un mistero per mancanza di fonti scritte. Sicuramente la carestia che imperversava nelle zone interne appenniniche, unita a scambi commerciali con la costa, portarono al reclutamento di giovani valorosi. Ad Ascoli in quegli anni è documentata la presenza di Margherita d’Austria e del nipote di Don Giovanni d’Austria.
Oltre alla Festa Bella che celebra da anni il ricordo della battaglia, nel 1871 fu pubblicata (in occasione dei 300 anni) una cantica che narra le gesta del terribile scontro. L’opera fu scritta da Don Tommaso Mattei, Rettore del Ritiro Ecclesiastico e maestro di rettorica nel seminario di Ascoli Piceno. Originario di Favalanciata era molto legato alla terra di Spelonga. Il suo omaggio fu celebrare la vittoria con una cantica ritrovata in unico esemplare nella Biblioteca Comunale di Ascoli Piceno. L’opera nel 2016 è stata recuperata e ripubblicata da un suo discendente e da FAS Editore in quantità limitate.
Sempre nel capoluogo piceno Gianni Brandozzi custodisce nella sua collezione storica l’antica cartografia originale di Lepanto, la mappa Francesco Valegio 1572. Per ultimo il restauro appena concluso in questi giorni di un quadro del 1800 facente parte dell’eredità Rambelli, che ne celebra la rappresentazione in mare, e che è custodito nel Comune di San Benedetto del Tronto.