Pascoli e prati da proteggere. I prati sono ricchi in biodiversità, importanti per il pascolo degli animali e utili anche all’uomo. Negli ultimi 50 anni, sulle Alpi, sono andati perduti per quasi il 45% del totale. E’ arrivato il momento di proteggerli.
Pascoli, i suoi prati stabili sono da salvare
Dalla 14esima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, Slow Food lancia una nuova sfida: combattere la scomparsa dei prati stabili e dei pascoli. Nello specifico quelli non seminati ma ricchi in biodiversità naturale. Il progetto si fonda sulla valorizzazione dei prodotti ottenuti dall’allevamento di animali al pascolo o alimentati con foraggi o fieni ottenuti da prati naturali di pianura o pascoli di montagna.
Le superfici di prati stabili si stanno riducendo a ritmi vertiginosi da sessant’anni a questa parte, da quando è stato stravolto il modo di coltivare. “In Italia, la superficie occupata dai prati naturali si aggira sui 32mila chilometri quadrati. Negli ultimi 40 anni abbiamo perso un quarto del totale a causa dell’urbanizzazione della pianura. L’industrializzazione dell’agricoltura e l’abbandono della montagna“. Ha aggiunto Giampiero Lombardi, docente di alpicoltura all’Università di Torino. Invertire la tendenza, ripristinare questi ecosistemi preziosi, è l’obiettivo del progetto “Salviamo i prati stabili” di Slow Food.
Prati stabili
Non tutti i prati sono uguali. Molti di quelli che vediamo sono seminati, spesso con una sola essenza. Quelli naturali, spontaneamente ricchi di decine di erbe diverse rappresentano i cosiddetti “stabili”. Nei prati stabili in pianura e in collina, di norma, le specie erbacee sono tra le venti e le trenta. In quelli di alta montagna, dove le mandrie e le greggi pascolano durante la bella stagione, addirittura circa cento. Entrambi sono fondamentali perchè strumento di lotta al cambiamento climatico.Trattengono nelle radici il carbonio e non lo rilasciano facilmente. Il latte ottenuto da animali nutriti con le erbe di un prato stabile ha un valore nutrizionale eccellente. Sono oasi di biodiversità: di erbe, arbusti, insetti, uccelli e altri piccoli animali selvatici e mantengono l’equilibrio del territorio. Infine rappresentano un patrimonio culturale e una grande oppurtunità economica e turistica.