Il Consorzio Vini Piceni delinea lo stato dell’arte riguardo la vendemmia 2022: è iniziata in anticipo, ma promette un prodotto dagli standard elevati. Tuttavia, l’aumento generale dei costi di produzione non sta risparmiando nessuno, compresa la filiera del vino. Il commento è uno solo: “Vendemmia salata, quella del 2022”.

Vendemmia 2022

Il rincaro dei costi delle bollette e delle materie prime pesa, e molto, anche nel settore vinicolo. Specie in un autunno che si prospettava di ripresa dopo il pesante biennio pandemico. I viticoltori si trovano a fare i conti con una buonissima annata, influenzata però da un abnorme aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. Insomma, anche i processi di vinificazione risentono della crisi energetica internazionale.

“La nostra attività – chiarisce il presidente del Consorzio Vini Piceni, Giorgio Savini – è per forza di cose legata alla stagionalità, che ci premia ma ci condiziona anche. Ovviamente la crescita esponenziale dei costi di produzione non aiuta, ma non possiamo fermarci: per noi, la scelta di operare in questo periodo, nonostante tutto, è una scelta obbligata. Perchè non possiamo chiudere né tantomeno interrompere la produzione”.

Il presidente del Consorzio Vini Piceni, Giorgio Savini

Vendemmia 2022: l’impennata dei costi

Secondo le stime, gli aumenti dei costi delle materie prime necessarie per la vendemmia si aggirano intorno al +50%, mentre l’onere economico del produttore per l’energia elettrica è quasi del +500%. Si tratta dunque di una situazione critica, specie per un’attività che vede il picco di consumi concentrarsi proprio in questi due mesi. Nonostante tutto ciò, i viticoltori non demordono e, nel Piceno, la vendemmia 2022 è già in fase avanzata.

Il presidente Savini spiega che la vendemmia in corso “promette di essere una grande vendemmia dal punto di vista della qualità”. Le ultime piogge infatti non hanno danneggiato il raccolto e tutto lascia presagire che sarà un’ottima annata. “Ovviamente – continua  – gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da periodi di intensa siccità e sono stati, per forza di cose, meno produttivi a livello quantitativo. Il 2022 però, rispetto ad una  diversa previsione, sta registrando produzioni regolari e in alcuni casi qualche picco, stimato in aumento fino al 10 %. La buona notizia è che l’uva, pur essendo maturata leggermente in anticipo, è sana e promette altissimi
standard, garantendo un livello qualitativo alto”.

Il Presidente del Consorzio lancia un messaggio di speranza a tutti i soci. “Dato che per la nostra filiera – dice – fermarsi è impossibile, bisogna lottare. Sosteniamo i nostri viticoltori e nutriamo una grande fiducia nei loro confronti, certi della loro bravura. Attualmente stiamo ponderando cosa fare, ma occorre anche essere realisti: un aumento dei prezzi sarà inevitabile”.

Il Consorzio Vini Piceni ha 56 soci, tra aziende agricole e cantine Picene, per un totale di circa 700 viticoltori coinvolti: nel 2021 ha prodotto circa 7,5 milioni di bottiglie

Consorzio Vini Piceni

Il Consorzio Vini Piceni nasce nel 2002, con l’obiettivo di valorizzare la produzione enologica del Piceno che, negli ultimi anni, ha raggiunto numeri e risultati importanti. Ad oggi, la realtà del Consorzio è composta da 56 soci, tra aziende agricole e cantine Picene, per un totale di circa 700 viticoltori coinvolti. E può vantare un vino DOCG, l’Offida, il DOCG più diffuso delle Marche, nelle tipologie Pecorino, Passerina e Rosso. Ma anche tre vini DOP, cioè il Rosso Piceno (anche nella tipologia Superiore), il rosso maggiormente prodotto nella regione, il Falerio (anche nella tipologia Pecorino) ed il Terre di Offida nelle versioni Passerina Spumante e Passito. Nell’anno trascorso le bottiglie prodotte sono state circa 7,5 milioni. 

Leggi anche Elezioni politiche 2022: istruzioni per l’uso