Vendemmia in anticipo in tutto il Paese, quest’anno. E con un vino che si prospetta di ottima qualità grazie alle uve particolarmente ricche di aromi. Di ottima qualità e in grado di invecchiare molto a lungo.
Uva, vendemmia e vino
Dopo le prime valutazioni, la produzione sarà simile a quella del 2021, probabilmente un 10% in meno si riscontra nelle varietà precoci che più delle altre hanno risentito delle temperature elevate. In sintesi: uve particolarmente ricche di aromi, vini di buona qualità in grado di invecchiare molto a lungo. Questo stando a un primo bilancio sulla vendemmia da parte di Cia Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata.
L’analisi dell’enologo
«Il grande caldo che ha interessato la nostra penisola a partire dalla seconda decade di maggio – spiega l’enologo Matteo Lupi, associato Cia – ha influenzato in maniera determinante il ciclo fisiologico delle viti. Ha provocato una accelerazione delle fasi fenologiche come poche volte si era registrato prima. E un anticipo delle date di maturazione di circa 10 giorni rispetto alla media degli ultimi 15 anni».
Le piogge avute nei primi giorni di agosto hanno favorito una grande crescita delle uve migliorando le rese previste soprattutto nelle varietà a raccolta tardiva.
«Dal punto di vista qualitativo – prosegue l’enologo – lo scorso mese si pensava di ottenere delle uve cotte dal sole per via dei 40° sfiorati per più giorni consecutivi. Tuttavia le viti si sono dimostrate ancora una volta delle piante che hanno all’interno del loro corredo genetico gli strumenti adeguati per resistere a temperature elevatissime. Solo in rari casi si riscontrano vigneti che hanno fatto fatica a portare a termine il ciclo vegetativo. In genere perché localizzati in terreni particolarmente argillosi e non ben trattati dal punto di vista agronomico.
In sostanza dopo le prime curve di maturazione si osservano da nord a sud delle uve con un contenuto di acidità più basso della media. Caratteristica dovuta, probabilmente, alla scarsità di precipitazioni che ha limitato l’assorbimento di sali minerali determinando la neutralizzazione di acidi e portando ad aumenti di ph. Questo ci fa pensare che avremo dei vini dalla buona qualità e soprattutto capaci di invecchiare molto a lungo».
La preoccupazione della Cia Agricoltori
La Cia Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata sottolinea la preoccupazione degli associati in merito alla tenuta dei prezzi delle uve. Questo perché il settore vitivinicolo, dopo due anni di emergenza pandemica, si trova a fare i conti con delle forti rimanenze di vino invenduto. Vino invenduto che pregiudica il prezzo delle uve per il gioco della domanda e dell’offerta. Tutto ciò nonostante il settore abbia visto un fortissimo aumento dei prezzi della materia prima come costi del carburante, concimi e prodotti fitosanitari.
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