“Alla vigilia del voto delle elezioni Ruote Libere si rivolge a tutte le forze politiche per sottoporre i temi che da anni gravano sul settore dell’autotrasporto. E che negli ultimi mesi, complice la piaga del caro-carburante, si sono trasformati in una vera e propria emergenza nazionale. Quello che chiediamo in modo trasversale alla politica è di cambiare rotta. I miliardi di euro spesi negli ultimi anni per il comparto non solo non hanno contribuito a migliorare la salute del settore, ma purtroppo, paradossalmente, ne hanno aggravato le malattie ataviche”. A parlare è Cinzia Franchini, presidente dell’associazione di autotrasportatori Ruote Libere.
Elezioni: l’appello di Ruote Libere
“Oggi la fotografia che osserviamo – scrive la Franchini – è quella di un universo determinante per il Paese, un settore che vale diversi punti del Pil nazionale. Nel quale, però, spesso la furbizia la fa da padrona sulla capacità imprenditoriale e dove l’illegalità è ampiamente diffusa. Una fotografia che ci restituisce un mondo dell’associazionismo incapace di rappresentare le imprese associate e che si limita a offrire servizi. Servizi spesso creati a tavolino proprio per favorire la sopravvivenza di questi enti.
Eppure negli ultimi anni ai Tavoli nei quali vengono assunte le decisioni strategiche, a parte alcune lodevoli eccezioni, i Governi si sono relazionati solo con questi attori. Cioè solo con coloro che siedono all’Albo dell’autotrasporto. Evitando un confronto ampio e allargato con chi non siede all’Albo né ha intenzione di farlo in futuro. Sottoponiamo dunque a tutte le forze politiche 10 proposte per cercare di mettere in campo quel cambio di rotta che è necessario”.
I primi cinque punti
“Il primo punto è quello della completa revisione della politica degli aiuti. Chiediamo che all’autotrasporto non vengano più destinati fondi pubblici. Unica eccezione deve essere il rimborso sulle accise, un meccanismo rodato che oggi è stato sospeso per essere sostituito con macchinosi e ancora fumosi “bonus” sotto forma di crediti di imposta.
Il secondo punto riguarda l’uso dei soldi del Pnrr. Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza non devono essere disperse e devono essere utilizzate in infrastrutture essenziali. Soprattutto nelle Regioni più arretrate.
Al terzo punto chiediamo di incentivare gli imprenditori all’assunzione di personale attraverso una defiscalizzazione della busta paga che vada a favore dello stipendio dell’autista. Questo al fine di contrastare la drastica carenza di autisti.
Il quarto punto attiene alle realtà isolane. Autotrasportatori sardi e siciliani non devono essere penalizzati solo per il fatto di trovarsi a lavorare su un’isola. Vanno stabilizzate le tariffe con gli armatori scollegandole alla stagionalità.
Il quinto punto è quello del contrasto alle infiltrazioni mafiose. Un settore in ginocchio con imprese che lavorano spesso in perdita e lavoratori sottopagati, rappresenta terreno fertile per la criminalità organizzata. E’ evidente che le mafie che non rispettano le logiche del mercato, hanno potuto espandere i propri tentacoli. Questa direzione va immediatamente interrotta”.
Gli altri cinque punti
Gli ultimi 5 punti riguardano la creazione del tanto atteso Testo Unico dell’autotrasporto, la revisione del calendario dei divieti di circolazione e il ripensamento della normativa sui tempi di guida e riposo. Sul fronte della sicurezza, una vera applicazione della normativa ADR sulle merci pericolose e su quello della specificità della professione, il divieto di carico e scarico dei veicoli industriali da parte degli autisti.
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