“La competizione elettorale – dichiara il segretario nazionale della UGL Salute, Gianluca Giuliano – non deve distrarre politica ed istituzioni dai gravi problemi di ogni giorno. La tanto decantata Medicina del Territorio per ora resta una chimera. E in un contesto nel quale tanti cittadini sono costretti a rinunciare all’assistenza si inquadra la crisi che riguarda i medici di base. È una categoria che sta vedendo sempre più assottigliare le proprie fila. Se si continua così il quadro tra non molto sarà irreversibile”.
Ugl Salute: sempre meno medici di base
“Avevamo già denunciato – prosegue il sindacalista – la possibile chiusura nei prossimi anni di circa 5.000 ambulatori. Con il conseguente rischio, per 15 milioni di pazienti, di trovarsi sprovvisti del medico di fiducia. Cioè di quello che dovrebbe essere il primo contatto, la figura che dovrebbe garantire oltre che cure adeguate anche l’alleggerimento della pressione sugli ospedali. Si stima che 35.000 professionisti nei prossimi sei anni andranno in pensione e non esiste un progetto per garantire il ricambio e la dovuta assistenza ai cittadini. La soluzione non può essere certamente il reclutamento estero. Soluzione adottata in Calabria, dove l’accordo tra regione e governo caraibico porterà circa 500 medici cubani ad ovviare alle carenze croniche di personale che più volte abbiamo denunciato”.
Il segretario della UGL Salute continua: “è una emorragia che va fermata restituendo valore alla figura del medico di famiglia anche all’interno dei percorsi di formazione universitaria. Per rendere, nei confronti dei giovani, nuovamente attrattiva la professione. Il nuovo Governo dovrà impegnarsi per trovare soluzioni che consentano di potenziare i servizi di supporto ambulatoriale. Per esempio agevolando le assunzioni di personale infermieristico e di segreteria e garantendo le sostituzioni nei casi di assenza. Nella rifondazione del SSN il futuro dei medici di famiglia dovrà essere collocato ai primi posti dell’agenda delle riforme”.
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