I dati sulle analisi microbiologiche delle acque effettuate da Goletta Verde restituiscono al Fiume Esino un risultato simile a quello degli anni precedenti. Mettendo in evidenza che rimane un malato cronico. Come del resto altre foci di fiumi monitorate nelle Marche.
Legambiente, Goletta Verde e il fiume Esino
Le analisi microbiologiche forniscono dati riguardanti la concentrazione dei batteri. Per quanto riguarda il fiume Esino evidenziano che c’è una carenza nella depurazione, già più volta segnalata. “Addirittura – si legge nella nota di Legambiente – ci risulta aperta per alcuni Comuni della Vallesina una procedura di infrazione da parte dell’Europa”.
Tutto ciò viene confermato dal Rapporto Spiagge, pubblicato da Legambiente qualche giorno fa. Dal documento emerge che in Italia il 7,2% del litorale ha un divieto di balneazione permanente proprio in presenza di foci di fiumi e canali. Questo è avvenuto da anni anche per un tratto della spiaggia della Rocca di Falconara, dove sfocia appunto il Fiume Esino.
“Di fronte al perdurare di queste criticità – continua la nota – testimoniate dai recenti dati di Goletta Verde e forti dalla sottoscrizione del Contratto di Fiume da parte di molteplici Comuni e associazioni, nel giugno u. s. i circoli Legambiente di Falconara e Jesi, in collaborazione con il WWF, hanno costituito un apposito gruppo di lavoro denominato ‘Fiume Esino’. Per dare maggiore forza alle loro rivendicazioni”.
Depurazione e riutilizzo delle acque a scopo irriguo e industriale
Il Circolo Legambiente di Falconara il 3 gennaio u. s. aveva già espresso all’Amministrazione comunale la preoccupazione per il perdurare del cattivo stato della foce del fiume Esino. Aveva consegnato una petizione firmata da 208 cittadini in cui si chiedeva di attivarsi con gli enti competenti per il controllo di eventuali scarichi illegali. O di mancata o carente depurazione. “Evidentemente – dichiara Marina Galeassi, presidente del Circolo Legambiente Falconara Marittima ‘Martin Pescatore’ – l’azione locale non è sufficiente. Il problema riguarda tutto il territorio ed è necessario unire le forze delle associazioni, ma anche dei cittadini, per ottenere buoni risultati”.
Legambiente ha già avuto alcuni incontri informativi con funzionari di Regione Marche e Arpam ai quali ha manifestato l’urgenza di affrontare in tempi brevi il problema della depurazione e del riutilizzo delle acque a scopo irriguo e industriale. Accanto, naturalmente, a quello del livello di qualità delle acque depurate. Tematiche che in questi tempi di perdurante siccità diventa vitale affrontare e risolvere.
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