Si avvicina la festa di Sant’Emidio, amatissimo Patrono di Ascoli Piceno, e il vescovo Gianpiero Palmieri ha indirizzato un messaggio alla comunità diocesana. Messaggio che volentieri pubblichiamo.
Il messaggio del Vescovo alla Diocesi di Ascoli Piceno
Carissimi,
il minimo che si possa dire è che è… magnifico! Mi riferisco al battistero della nostra cattedrale. L’aspetto è quello di un edificio in sé solido e severo; ma la sua collocazione a fianco dell’imponente Duomo può farlo sembrare un’aggiunta inutile e secondaria. Un ingombro all’accesso pedonale a piazza Arringo o peggio ancora al traffico in transito (mi hanno raccontato di quando gli autobus ci giravano attorno…).
Credo, invece, che dobbiamo ‘rendere giustizia’ al nostro antichissimo battistero (la vasca è del V secolo!) e al suo profondo significato per tutti noi. Perché quello è il luogo della rinascita e della ripartenza, anche per noi ascolani di oggi. Provo a spiegarmi. Nella Veglia di Pasqua, anche quest’anno, i bambini e gli adulti che chiedono il battesimo entrano nella vasca del battistero per ricevere per tre volte l’infusione dell’acqua. O per immergersi totalmente. Questo rito significa che il discepolo è chiamato a morire e rinascere con Gesù, entrando con lui nel sepolcro per risuscitare a vita nuova.
Ai tempi di San Paolo durante l’immersione battesimale la Chiesa cantava: “Svegliati, tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà!” (Efesini 5,14). Chi ha incontrato Cristo testimoniato dalla comunità cristiana abbandona i propri ripiegamenti egoistici su Se stesso per aprirsi a una vita nuova.
Una vita fatta di fede, speranza e amore, una vita nello Spirito Santo, nella fede e nella comunione con tutti.
L’esistenza del battezzato, ancorata alla terra (la base quadrata del battistero), è però già partecipe della luce del cielo (la cupola tonda e al centro la lanterna, che permette l’ingresso della luce del sole). Perchè anche se vive quaggiù, egli è già entrato nel giorno senza tramonto, l’ottavo giorno della resurrezione del Signore (il corpo ottagonale del battistero).
Il popolo degli ascolani per millesettecento anni è simbolicamente rinato da questa fonte battesimale. A partire dal vescovo Emidio e da Polisia: tutti e due giovani, risvegliati per aver incontrato il Signore, entusiasti per una vita nuova che sa di eternità. Così meravigliosamente folli da non aver paura dei poteri di questo mondo… bellissimi, come li contempliamo nella cripta della cattedrale. Il Vangelo è l’unica forza capace in ogni stagione di “rigenerare” gli uomini e farli “ripartire” davvero. Che sia da una guerra, da un terremoto o da una pandemia, perché il Vangelo è pieno della forza irresistibile e tenera di Dio.
Pensiamo che il futuro di Ascoli dipenda solo dal ricostruire le mura o dalla digitalizzazione delle opere d’arte o dalle contese della Quintana? No, Ascoli che verrà nasce da un Cammino fatto tutti Insieme, come Popolo, superando divisioni e fazioni, e dal protagonismo di due giovani pieni di entusiasmo e di idee che il Signore ha messo nel loro cuore. Ne bastano due per partire e cambiare la città!
Lasciati a noi stessi noi al massimo ci ‘ricicliamo’, e stancamente ripetiamo le stesse cose. Solo il Signore, dal fonte battesimale, può farci rinascere dall’Alto. Come le bandiere dei giovani: lanciate in alto, ridiscendono a terra, aperte e colorate, capaci di raccogliere il vento.
Allora: tutte le volte che passiamo davanti al battistero, lo contempliamo e preghiamo: “Signore, aiutaci a rinascere. Aiuta la nostra Chiesa, la nostra Città, a ripartire da qui, dalla fede in Te. Aiutaci a camminare insieme, in ascolto di tutti. Facci diventare uomini e donne nuove, come Emidio e Polisia”.
Buona festa a tutti!
Gianpiero Palmieri – Vescovo di Ascoli Piceno