I bandi per la riqualificazione degli edifici scolastici pubblicati dal Comune di Ascoli Piceno rischiano di escludere le piccole imprese: colpa dei requisiti richiesti. A lanciare l’allarme la presidente Arianna Trillini e il direttore Francesco Balloni della Cna Picena. Ma procediamo con ordine.
La Cna Picena e i bandi del Comune di Ascoli Piceno
Le piccole imprese attive nel settore delle costruzioni sono da tempo alle prese con i problemi derivanti dalle difficoltà nel reperimento delle materie prime, dal caro energia e dal blocco dei crediti in materia di ecobonus. Ora devono fare i conti anche con l’ennesimo adempimento burocratico che rischia di escluderle dalla fondamentale partita della ricostruzione.
Le difficoltà, spiega Cna Picena, derivano dai requisiti di alcuni bandi pubblicati dal Comune di Ascoli Piceno nell’ambito della riqualificazione degli edifici scolastici. Perchè per partecipare è necessario essere in possesso di certificazioni di categorie relative all’importo dei lavori già svolti che ad oggi, viste le cifre richieste in fatturato del tutto sproporzionate rispetto all’entità degli interventi da svolgere, ben poche aziende – locali e non – possono dire di aver conseguito.
“Anziché sostenere la partecipazione delle realtà imprenditoriali del territorio nel processo della ricostruzione edilizia, economica e sociale di un Piceno profondamente ferito dal sisma”, precisa la Cna Picena i bandi del Comune di Ascoli “non incentivano neppure la costituzione di associazioni temporanee tra addetti ai lavori. Penalizzando le piccole e medie imprese ed escludendole di fatto da appalti che agevolano la partecipazione dei grandi gruppi delle costruzioni. In una competizione che di conseguenza si preannuncia inevitabilmente falsata e tutt’altro che meritocratica”.
Cna Picena condanna l’ulteriore ostacolo introdotto dal Comune di Ascoli Piceno
“Da sempre in prima linea – si legge nella nota di Cna Picena – per tutelare il saper fare tipico del Piceno da ogni complicazione e lungaggine burocratica, la CNA di Ascoli condanna fermamente l’introduzione di un ulteriore ostacolo lungo la via della ricostruzione e della ripresa economica. Due temi per i quali da troppo tempo ormai cittadini e imprese attendono risposte concrete da parte delle istituzioni”.
“Siamo di fronte all’ennesima incombenza – dichiara Francesco Balloni – che finisce per gravare sulle piccole e medie imprese edili del territorio attive in un settore già alle prese con una profonda crisi legata al blocco imposto alla cessione del credito e a un vertiginoso aumento dei costi. In una fase così delicata è necessario sostenere le aziende. E non certo impedire loro di mettere in campo la loro professionalità per il bene del territorio”.
“Anziché incentivare il rispetto delle regole – sottolinea Arianna Trillini – l’introduzione di paletti così rigidi limita l’efficacia di questi bandi nell’ambito del tessuto economico locale. Come associazione avvertiamo l’esigenza di snellire al più presto le procedure. Questo per mettere le nostre eccellenze delle costruzioni in condizione di poter lavorare al meglio delle loro possibilità. Sia in termini di ricostruzione che di ecobonus. Scongiurando così il rischio di vanificare imperdibili opportunità di riqualificazione edilizia, economica e sociale”.
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