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Enzo Marinelli se ne è andato per sempre. Un pittore, uno scultore, un ceramista: un artista a tutto tondo che ha dato molto ad Ascoli Piceno. Ma che dalla sua città ha ricevuto poco, di certo non quanto meritava. Eppure non si è mai lamentato e ha sempre avuto una parola (anche due o più, direbbe qualcuno) per tutti. Accompagnata ovviamente da un sorriso.

E a tanti, anzi a tantissimi ha regalato qualcosa di sè: una delle sue opere.

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Il Maestro Enzo Marinelli, alle spalle la “sua” Piazza del Popolo

Enzo Marinelli: l’amore per Ascoli Piceno

Raccontava di lunghi viaggi, di terre e di donne lontane. Ma l’amore più grande era ed è rimasta sempre Ascoli, una città che ha raccontato con i disegni, con i quadri, con le sculture. Che ha fermato su tela e ceramica in tutte le sue sfumature e in tutti i suoi angoli. Perchè proprio tutti li conosceva!

A pensarci bene, però, non l’ha mai raccontata a parole: solo con la sua arte.

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Enzo Marinelli al Caffè Meletti

L’artista

E parlando della sua arte: ha avuto in dono una mano straordinaria, una ispirazione inesauribile e una versatilità che lo facevano eccellere in ogni campo. Riusciva a creare magie con pochi tratti, di matita di penna o di pennello. No, non erano i segni che lasciava sulla carta o sulla tela che lo facevano grande: erano i gesti da cui quei segni scaturivano. Rapidi, essenziali, immaginifici, decisi. E poetici. Perchè Marinelli dipingeva come se stesse dirigendo un’orchestra.

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Marinelli al caffè Meletti

L’uomo colorato

Un giorno, mentre eravamo fermi a parlottare in Piazza (del Popolo), un bambino che ci passò vicino urlò alla mamma, strattonandola: “Mamma, mamma, l’uomo colorato!”. Per un attimo ebbi il timore che Enzo si fosse offeso. Solo per un attimo, però, perchè immediatamente cominciò a spiegare a quel bambino quanto erano importanti i colori. A cominicare dal bianco che tutti li riunisce. Poi gli parlò della luce e prima di salutarlo gli regalò un pastello arancione che aveva sul cappello.

Enzo, l’artista generoso. Enzo, l’uomo colorato.

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