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Istat e il rapporto annuale 2022. A poco piu di due anni dall’inizio della crisi innescata dalla pandemia è possibile tracciare un bilancio delle conseguenze dello shock improvviso e imprevisto sul tessuto sociale e produttivo italiano. L’Istat ha raccolto dati importanti.

Istat, impatto shock della pandemia su cittadini e imprese

In Italia, dall’inizio dell’epidemia (marzo 2020) fino a fine aprile 2022 sono stati segnalati oltre 16 milioni di casi confermati di infezione da SARS-CoV-2. Circa 160mila decessi associati alla diagnosi di infezione. Il 48% dei decessi è avvenuto nel 2020, il 37% nel 2021 e il 15% tra gennaio e aprile 2022. Italia e Spagna sono tra i paesi Ue27 più colpiti dalla prima ondata della pandemia. Nei paesi dell’Est Europa l’epidemia ha prodotto i suoi effetti più devastanti solo nei mesi successivi. L’elevato eccesso di mortalità registrato nei due anni di pandemia ha comportato una diminuzione della speranza di vita in quasi tutti i paesi europei.

La pandemia ha avuto un impatto rilevante su tutte le componenti della dinamica demografica. La perdita di popolazione ascrivibile alla dinamica demografica negativa è stata pari a 658mila residenti tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021. Il deficit è risultato doppio rispetto a quello riscontrato nel biennio 2018-2019 (-296mila). Nel 2020 si è registrata una drastica contrazione dei matrimoni e ancora adesso non ha recuperato i livelli del 2019. Inoltre, il crollo delle nascite a marzo ha raggiunto il suo massimo con -11,9% rispetto allo stesso mese del 2021.

Impatto sulla quotidianità e lavoro

L’emergenza sanitaria sembra aver prodotto cambiamenti profondi e duraturi nelle relazioni sociali. Oltre la metà degli intervistati dalla ricerca ISTAT, dichiara di aver ridotto la frequenza degli incontri con amici e parenti. Sul mercato del lavoro la pandemia invece ha avuto un impatto rilevante sia quantitativo. Sono ben -724mila occupati rispetto all’anno precedente. Nel 2020 la crisi ha colpito soprattutto le componenti meno tutelate del mercato del lavoro. Il 55,5% della caduta occupazionale ha riguardato i lavoratori dipendenti a termine (-402mila rispetto al 2019). Il costo pagato dalle donne è stato più elevato in Italia che nel resto d’Europa. Le occupate sono
diminuite di circa 376mila unità nel 2020 (-3,8% rispetto al 2019)
. Altro segmento particolarmente colpito dalla pandemia è stato quello dei giovani. Nella media Ue27 si è registrato un calo di occupati sotto i 25 anni quasi tre volte superiore rispetto ai 25-54enni.

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