Il clima a Macerata è decisamente bollente, non per le temperature ai limiti della sopportazione, no: stavolta la colpa è di un post su Facebook. E, soprattutto, di un ‘like’ sotto il post stesso.
Macerata: il like incriminato
I fatti sono presto raccontati. Uno storico esponente dem ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una foto scattata in occasione dei festeggiamenti per il riconoscimento di ‘Macerata Città’. La foto ritraeva autorità civili, militari, religiose in corteo e la didascalia era tutto un programma: “La rievocazione della Marcia su Roma”. I like sotto il post erano pochi, anzi meno che pochi: pochissimi, solo 7. Ma uno ha fatto indignare gli esponenti dei partiti di maggioranza del Consiglio comunale.
Perchè il like incriminato era quello del consigliere comunale nonchè segretaria provinciale del PD Ninfa Contigiani.
Macerata: l’ordine del giorno
Dicevamo che i consiglieri di maggioranza in Consiglio comunale si erano indignati per il like messo dalla segretaria provinciale del PD Ninfa Contigiani. Fatto sta che hanno presentato un ordine del giorno che è stato discusso dal Consiglio nella seduta di lunedì scorso, 27 giugno. Le tanto attese scuse del consigliere dem, però, non sono arrivate. E allora i capigruppo di maggioranza in Consiglio comunale Claudio Carbonari, Pierfrancesco Castiglioni, Alessandro Bini, Sandro Montaguti e Antonella Fornaro hanno diffuso la nota che riportiamo, integralmente, di seguito.
Macerata: la nota dei capigruppo di maggioranza
“Ninfa Contigiani, pronta a offendere ma restia a chiedere scusa, lasciata sola anche dai suoi.
L’odg portava all’attenzione del Consiglio il post pubblicato su Facebook da parte di un esponente del Partito Democratico dove veniva equiparato il corteo di festeggiamento di “Macerata Città” alla “Marcia su Roma”. E invitava la consigliera Contigiani, segretaria provinciale del PD, a scusarsi pubblicamente per aver condiviso tale infausto accostamento.
Il corteo per la manifestazione di Macerata Città, con la partecipazione delle autorità civili, militari e religiose, nonché della cittadinanza maceratese, a partire dai bambini, e chiuso dalla fanfara musicale delle Forze dell’Ordine, è stato un momento di festa condiviso. Accostarlo alla “Rievocazione della Marcia su Roma” è assolutamente offensivo e irricevibile.
Se leggiamo sulla Treccani, la Marcia su Roma viene definita come “la manifestazione eversiva, organizzata dal Partito Nazionale Fascista, volta al colpo di Stato. O quantomeno all’esibizione di una pressione paramilitare che favorisce l’ascesa al potere di Mussolini”.
Delle due l’una: o non si conosce il significato di quello che si scrive e si legge o, per auto legittimarsi, c’è bisogno del fascismo.
Nessuno di noi è perfetto, capita a tutti di sbagliare, è umano. Quando si commette un errore la cosa più semplice da fare è chiedere scusa. La Contigiani ha avuto la possibilità di chiedere scusa per aver messo un like su qualcosa di poco opportuno ma ha deciso di non farlo. La maggioranza consiliare, infatti, ha presentato un ordine del giorno per dare la possibilità alla diretta interessata di chiarire che l’errato apprezzamento fosse una mera ‘leggerezza da tastiera’. Con l’erronea convinzione che la consigliera si sarebbe scusata.
Purtroppo, l’auspicio è inesorabilmente naufragato contro una aberrante realtà ove lo scontro politico non è vissuto nella contrapposizione – anche dura – di idee diverse. Ma deve essere di scherno e denigrazione dell’avversario, di delegittimazione a ogni costo senza alcun rispetto di valori condivisi e di una ‘etichetta’ dialettica e istituzionale.
Invece no, dai meandri di una ideologia settaria e retriva si è dato sfogo a una retorica senza fondamento. In contraddizione con quei princìpi più volte sostenuti ma che, alla prova dei fatti, vengono applicati solo quando si ritiene opportuno.
La questione più sconcertante si è offerta quando la consigliera ha avuto la presunzione di considerarsi persona intelligente e di cultura.
Mentre qualcun altro, secondo lei, deve farsi scrivere da altri un post di scuse perché ignorante, riferendosi al consigliere Fabiani e alle sue chiare scuse offerte al Consiglio comunale in occasione di una vicenda identica nei contenuti. (“Non era farina del suo sacco” cit. testuale).
Se ne desume che sia opinione della consigliera del PD che una persona laureata sia intelligente e acculturata, mentre un operaio non possa esserlo. Questo atteggiamento settario rende perfettamente l’impostazione che taluni hanno ovvero la tracotante immagine di una supremazia culturale comprensibile solo a pochi eletti.
Rappresentazione di un elitarismo aggressivo e soffocante. Inescusabile.
Si propugnano valori che rimangono veri solo se accettati supinamente dall’altra parte. Mentre quando gli stessi valori vengono invocati da qualcuno non appartenente alla stessa elìte perdono di significato e nascono i distinguo, le diversificazioni, le nemesi storiche, le giustificazioni. E chi più ne ha più ne metta.
In tanta acrimonia, le istituzioni, i valori e i principi della Resistenza e dell’Antifascismo trovano rassicurazione nel comportamento adottato da diversi esponenti del Partito Democratico che si sono apertamente dissociati dalla posizione presa dal segretario comunale del PD. Sia con aperte dichiarazioni sia uscendo dall’aula per non dare sostegno alle dichiarazioni e all’atteggiamento offerto dalla segretaria cittadina del loro partito di appartenenza.
Il segretario del PD, nell’assise cittadina, è stato lasciato solo proprio dai suoi e questo è l’emblema di quanto la poca onestà non paghi. Mai”.
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