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Circa 51mila cittadini italiani domenica 12 giugno 2022 saranno chiamati al voto: dovranno esprimersi su cinque referendum popolari abrogativi ai sensi dell’art. 75 della Costituzione. Tutti e cinque i referendum sono stati dichiarati ammissibili con altrettante sentenze della Corte Costituzionale. E tutti e cinque riguardano la giustizia.

Referendum popolare abrogativo: quesito n. 2

Il referendum popolare con il quesito numero 2 chiede ai cittadini di dichiarare se vogliono o meno abrogare l’ultimo inciso dell’alt. 274, comma 1, lettera c) del Codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, per la precisione, di esigenze cautelari nel processo penale.

Testo del quesito

Volete voi che sia abrogato il decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n.447 (Approvazione del codice di procedura penale) risultante dalle modificazioni e integrazioni successivamente apportate, limitatamente alla seguente parte: art.274, comma 1, lettera c), limitatamente alle parole: “o della stessa specie di quello per cui si procede. Se il pericolo riguarda la commissione di delitti della stessa specie di quello per cui si procede, le misure di custodia cautelare sono disposte soltanto se trattasi di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni ovvero, in caso di custodia cautelare in carcere, di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni nonché per il delitto di finanziamento illecito dei partiti di cui all’art.7 della legge 2 maggio 1974, n.195 e successive modificazioni?”.

referendum

Fac simile della scheda di colore arancione: quesito n.2 (interno)

Contenuto del quesito

In Italia un giudice può adottare misure cautelari che limitano la libertà personale di un soggetto (v. custodia in carcere o arresti domiciliari) anche prima che intervenga a suo carico una sentenza definitiva. Una sentenza definitiva, cioè una sentenza passata in giudicato attraverso i tre gradi di giudizio o non appellata. Tali misure possono essere adottate solo in determinati casi previsti dalla legge: per esempio se c’è pericolo di fuga o di alterazione delle prove o di reiterazione del reato. Il quesito referendario punta a escludere la possibilità, per un giudice, di applicare misure cautelari in caso di pericolo di reiterazione del medesimo reato.

Dunque, in parole più semplici, la domanda sarebbe: volete eliminare la “reiterazione del reato” dall’elenco delle motivazioni grazie alle quali il giudice può applicare misure cautelari a un indagato?

Nel caso nella consultazione referendaria vinca il SI’, il giudice non potrà più applicare misure cautelari a un indagato giustificando la loro adozione con il pericolo di reiterazione del reato.

Nel caso nella consultazione referendaria vinca il NO, il giudice potrà continuare ad applicare misure cautelari a un indagato giustificando la loro adozione con il pericolo di reiterazione del reato.

Disposizioni generali

Quando si vota

La consultazione elettorale si svolgerà nella sola giornata di domenica 12 giugno 2022. I seggi rimarranno aperti dalle ore dalle ore 7.00 alle ore 23.00. Dopo la chiusura dei seggi e dopo aver completato le operazioni  di riscontro dei votanti, si procederà allo scrutinio delle schede votate.

Cosa portare

Gli elettori dovranno presentarsi al seggio muniti di tessera elettorale e documento di identificazione personale rilasciato dalla Pubblica Amministrazione. Il documento deve essere corredato di fotografia.

Come si vota

All’elettore verranno consegnate cinque schede di cinque colori diversi: una scheda per ciascun quesito referendario. In particolare, i colori delle schede sono i seguenti:

  • Rosso: Referendum n. 1
  • Arancio: Referendum n. 2
  • Giallo: Referendum n. 3
  • Grigio: Referendum n. 4
  • Verde: Referendum n. 5

Il voto si esprime tracciando con la matita copiativa un segno sul riquadro corrispondente alla risposta prescelta (SI’ o NO). Il segno sulla scritta SI’ manifesta la volontà di abrogare le norme sottoposte a referendum, quello sulla scritta NO la volontà di mantenerle in vigore.

L’elettore può anche decidere di non ritirare tutte le schede, di conseguenza voterà solo quella/e ritirata/e.
Dopo aver espresso il voto, deve personalmente ripiegare le schede secondo le linee lasciate dalla precedente piegatura e provvedere ad inserirle direttamente nelle corrispondenti urne.

Validità del referendum abrogativo: il quorum

Affinchè sia valido, il referendum deve raggiungere il quorum, cioè la partecipazione alla consultazione di almeno il 50%+1 degli aventi diritto al voto. Affinchè produca l’effetto per cui è stato richiesto, cioè l’abrogazione delle norme contenute dei quesiti, il SI’ si deve raggiungere la maggioranza dei voti espressi, cioè il 50%+1. In caso contrario restano in vigore le leggi attuali.

Ulteriori informazioni possono essere reperite sul sito del Ministero dell’Interno.

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