Complessivamente nel 2021, nelle Marche, il reddito di cittadinanza ha coinvolto quasi 20.000 nuclei familiari. Per la precisione i nuclei familiari sono stati 19.966 mila, per un totale di 45.131 individui. È quanto emerge dai dati INPS elaborati dall’IRES Cgil Marche.
Reddito di cittadinanza nelle Marche
Rispetto al 2020 c’è stato un aumento della platea dei nuclei beneficiari (+5,1%), in buona parte dovuto agli effetti della pandemia da covid-19. Una crescita tuttavia minore di quella verificatasi nelle regioni del Centro e nell’Italia in generale.
Tra le province, Fermo è quella ad aver registrato il maggior aumento relativo rispetto al 2020 (+7,4%).
In riferimento ai nuclei percettori, quelli con minori diminuiscono del 4% rispetto al 2020; i nuclei senza minori, invece, aumentano del 10,4%. Infatti, osservando la ripartizione per componenti, le famiglie con un componente, ovvero il 44,3% del totale delle famiglie beneficiarie, crescono del 16%. E sono seguite dai nuclei con 2 componenti (+4,1%). Dall’altra parte, le famiglie più numerose fanno rilevare invece un calo generalizzato piuttosto significativo.
Analizzando invece l’impatto della misura sul mercato del lavoro attraverso i dati resi noti da Anpal, si nota che nelle Marche il tasso di occupazione (al 12° mese dal primo beneficio) dei percettori soggetti al patto per il lavoro è del 33,6%. Ovvero dieci punti al di sopra della media italiana che è del 23,2%. Tuttavia, emergono notevoli differenze tra i beneficiari. Quelli con caratteristiche più vicine al mercato del lavoro registrano un tasso di occupazione del 49,3%, che si abbassa al 9,2% per quelli distanti dal mercato del lavoro.
Questi dati evidenziano il modesto appeal dei beneficiari sulla reale domanda di lavoro, in quanto contrassegnati da problemi pregressi di natura extra-lavorativa. O da condizioni non favorevoli per l’inserimento immediato nel mercato del lavoro. Al 31 dicembre 2021, i beneficiari occupati erano 3.179 su una platea di occupabili di 8.400 unità. E, va evidenziato il dato che i beneficiati occupati sono per la maggior parte donne (50,6%), di cittadinanza italiana (63,7%) di età compresa tra 40 e 49 anni (27,8%).
Il commento di Cgil Marche
“E’ paternalistico e stucchevole – dichiara Rossella Marinucci, segretaria regionale Cgil Marche – l’atteggiamento prevalente in queste ore di colpevolizzazione della povertà. E di banalizzazione degli ostacoli che una larga parte della popolazione si trova ancora oggi ad affrontare per garantire possibilità di accesso ad un lavoro dignitoso. Oltre che opportunità di uscita da condizioni di privazione, isolamento e disuguaglianze. Soprattutto alle istituzioni chiediamo di sottrarsi a questa rappresentazione e lavorare insieme alle soluzioni per rimuovere questi ostacoli, dalle politiche attive alle misure di inclusione sociale, per le quali le risorse pubbliche in questa fase non mancano”.
“Da un’analisi di questi dati – scrive Barbara Lucchi, segretaria generale Filcams Cgil Marche – emerge come la narrazione sul reddito di cittadinanza, preferito rispetto a una stabile occupazione nel turismo, sia non solo falsa ma anche infondata. Il turismo rappresenta una filiera articolata e diffusa che impatta ed è impattato dalle reti infrastrutturali, industriali e commerciali in un interscambio dei diversi fattori e settori economici. E’ un settore strategico dove non è più sopportabile ascoltare quanto viene proferito rispetto alla scarsa attitudine al lavoro delle persone. Così come non è accettabile l’ipotizzata reintroduzione dei voucher”.
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