Pesca e rifiuti, approvata dal Senato la “Legge SalvaMare”. Pescatori, ma anche cittadini e associazioni ambientaliste possono raccogliere rifiuti nel mare. Nonostante il nome, la nuova legge in vigore, vale anche per laghi e fiumi.
Pesca, approvata dal Senato la Legge SalvaMare
Il Senato ha approvato in via definitiva la “Legge Salvamare“. La legge permette ai pescatori che recuperano plastica in mare con le reti di portarla in porto. In contemporanea invita le autorità portuali ad attrezzarsi per ricevere i rifiuti in apposite isole ecologiche e avviarli al riciclo. Fino ad oggi i pescatori erano costretti a ributtare in mare la plastica e i rifiuti che pescavano. In caso di raccolta avrebbero dovuto pagare per il loro smaltimento o sarebbero andati incontro a una denuncia penale per trasporto illegale per rifiuti. Con il SalvaMare, gli operatori della piccola pesca potranno svolgere il loro già difficile lavoro senza correre il rischio di affrontare nuovi costi e burocrazia. Hanno quindi la possibilità di conferire, senza alcun problema normativo, i rifiuti accidentalmente pescati in mare. Un contributo decisivo al risanamento degli ecosistemi marini.
La nuova legge va nella direzione della direttiva Ue 2018/851. Una direttiva che intende agevolare gli strumenti per fermare la dispersione dei rifiuti nell’ambiente marino. Un contributo concreto al conseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La volontà di diminuire in misura significativa, entro il 2025, l’inquinamento marino di tutti i tipi.
Legambiente
“Finalmente l’Italia si dota di uno strumento fondamentale nel contrasto al marine litter, rendendo i pescatori protagonisti attivi per liberare il mare dai rifiuti. L’importante ruolo dei pescatori nella lotta ai rifiuti in mare è da sempre al centro della nostra attività e negli ultimi anni abbiamo attivato tanti progetti sperimentali di fishing for litter, con una bella collaborazione tra Legambiente e le cooperative di pescatori, per dimostrare l’importanza di questa azione. La possibilità di riportare a terra i rifiuti recuperati in mare accidentalmente dai pescatori è un importantissimo e concreto passo avanti nella lotta all’inquinamento da rifiuti e, in particolare, da plastica, visto che il Mar Mediterraneo è tra le aree con la più alta concentrazione di microplastiche al mondo.
Accompagnata da misure altrettanto essenziali nella prevenzione del fenomeno, quali l’educazione ambientale e le attività di sensibilizzazione nelle scuole e tra i cittadini, e da un adeguato supporto alla filiera di raccolta a terra, può rappresentare senza alcun dubbio una svolta nella salvaguardia dell’ambiente e nella promozione dell’economia circolare”. Il commento di Legambiente.