Un orso bruno marsicano era già stato avvistato nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini nei mesi scorsi, ne abbiamo parlato qui. Ma la presenza di altri esemplari di tali mammiferi è stata accertata nel Parco in tante altre occasioni, negli ultimi anni. Finora, secondo i risultati delle analisi genetiche, si è sempre trattato di individui maschi. Sono loro, infatti, specialmente se giovani, che si muovono fino a raggiungere luoghi relativamente distanti dal territorio di origine. Territorio di origine che è per lo più il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
L’orso bruno nel Parco dei Monti Sibillini
I Carabinieri Forestali nei giorni scorsi avevano segnalato danni ad apiari verificatisi nei giorni tra il 5 e il 10 maggio nei territori di Montegallo, Montefortino e Fiastra. A seguito di queste segnalazioni, i sopralluoghi effettuati dai tecnici del Parco hanno potuto accertare che i danni sono stati effettivamente arrecati da un orso. E per la precisione da un orso bruno marsicano.
Sono stati ritrovati peli e altri campioni biologici sui quali l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale effettuerà accurate analisi genetiche che consentiranno di identificare l’animale. Determinandone anche il sesso.
Cosa fare in caso di incontro ravvicinato
“È importante evitare qualsiasi forma di allarmismo” sottolinea il presidente dell’ente Parco, Andrea Spaterna. “L’orso è un animale non pericoloso per l’uomo, e rappresenta una ulteriore conferma della straordinaria biodiversità dell’ecosistema dei Sibillini. Va comunque ricordato che, in caso di incontro, come per tutte le altre specie di animali selvatici, è necessario adottare comportamenti tali da non disturbarlo o innervosirlo. Quindi restare calmi, non gridare o compiere movimenti bruschi che possano essere interpretati come minacce. Non bisogna avanzare verso di lui bensì restare fermi, oppure allontanarsi lentamente, senza correre”.
“L’orso marsicano è molto importante dal punto di vista naturalistico – prosegue Spaterna – in quanto è una sottospecie endemica dell’Appennino centrale, dove sopravvive con una popolazione complessiva di 50/60 individui. Per questo è rigorosamente tutelato da norme nazionali e comunitarie. Il suo futuro dipende anche dalla diffusione e colonizzazione di nuovi territori potenzialmente idonei, quali i Monti Sibillini. La sua presenza però va gestita ed è per questo che il Parco, oltre a riconoscere un indennizzo economico in caso di danni, sta approntando misure a favore degli apicoltori per la protezione delle arnie. A breve sarà pubblicato un bando che finanzia la realizzazione di recinzioni adeguate a prevenire l’avvicinamento dell’orso”.
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