Un ‘reddito di civilità per tutelare la popolazione che rischia di essere maggiormente penalizzata dalla crisi. E’ questa la misura che l’Amministrazione comunale di Ascoli Piceno mette in campo per il 2022, un intervento riservato ai nuclei familiari in condizione di disagio sociale.
La scelta è dettata dall’analisi della situazione in cui versa il territorio: grave crisi occupazionale, effetti economici e sociali della pandemia e aumento di prezzi e tariffe conseguenti gli eventi bellici in corso. Da qui la decisione di erogare un sostegno economico a fronte dell’adesione a un progetto in cui il beneficiario si impegnerà a svolgere delle attività lavorative utili alla comunità.
Il reddito di civiltà spiegato dal Sindaco di Ascoli Piceno
“Questa misura – scrive il sindaco Marco Fioravanti in una nota – non ha i caratteri dell’assistenzialismo perché i destinatari non ricevono ‘passivamente’ il beneficio. Al contrario, saranno impegnati in mansioni sulla base di un progetto personalizzato condiviso. In questo modo vogliamo aiutare coloro che si trovano ad affrontare difficoltà economiche e sociali, rispettando la loro dignità. Potranno accedere al reddito di civiltà i cittadini di età non superiore a 65 anni, disoccupati, che non percepiscano assicurazione sociale per l’impiego o altri ammortizzatori sociali erogati in caso di disoccupazione involontaria. Né siano titolari di trattamenti pensionistici e/o assistenziali. Cittadini con un Isee pari o inferiore a 13.500 euro che abbiano cessato un’attività lavorativa per motivi differenti dalla giusta causa o da dimissioni volontarie.
Il progetto prevede 18 ore settimanali di attività e avrà una durata di 6 mesi.
“Vogliamo accompagnare le persone verso una propria autonomia – scrive l’assessore ai servizi sociali, Massimiliano Brugni. – Per farlo abbiamo pensato alla creazione di un progetto ‘ad hoc’ redatto dai Servizi sociali del Comune. Per stilare la graduatoria dei beneficiari, verranno considerati criteri importanti quali, ad esempio, il numero di figli iscritti all’università fuori provincia. O un mutuo in corso per il pagamento della prima casa. In questo modo si daranno risposte a quei cittadini e a quei nuclei familiari che, solitamente, restano fuori dai circuiti assistenziali previsti ad altri livelli. Si tratta quindi di un ulteriore segnale di attenzione da parte della nostra Amministrazione nei confronti dei cittadini in difficoltà economiche. Non vogliamo lasciare nessuno indietro”.
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