L’edizione 2021 del Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia fornisce il quadro di riferimento sulla
pericolosità associata a frane e alluvioni. Nonché sull’erosione costiera per l’intero territorio nazionale. Presenta inoltre gli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, aggregati strutturali, imprese e beni culturali. Il rapporto è redatto dall’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Rapporto ISPRA sul dissesto idrogeologico in Italia: qualche dato
I dati dell’edizione 2021 del Rapporto che più colpiscono sono immediatamente rilevabili. Ben 7.423 comuni sono a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. Cioè il 93,9% del totale. Poi: il 18,4% del territorio nazionale è classificato a maggiore pericolosità per frane e alluvioni e 841 km di litorali sono in erosione. Questo vuol dire in concreto che il 17,9% delle coste basse italiane si sta erodendo. Per quanto riguarda la popolazione, 1,3 milioni di abitanti corrono un rilevante pericolo ca causa del rischio frane e addirittura 6,8 milioni di abitanti sono a rischio alluvioni.
Con quasi 3 milioni di abitanti esposti a rischio, l’Emilia Romagna è la regione in testa alla classifica di pericolosità. Seguono Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila).
Per quanto riguarda gli edifici, più di 565 mila sono esposti a rischio elevato o molto elevato, pari al 3,9% del totale. Poco più di 1,5 milioni sono invece esposti a una pericolosità media. Le industrie localizzate in zone particolarmente rischiose sono oltre 84mila, con 220 mila dipendenti.
ISPRA: beni culturali a rischio
Fra i beni architettonici, monumentali e archeologici che rendono grande quanto bella l’Italia, più di 12mila sono esposti a rischio elevato causa frana. Diventano più di 38.000 considerando anche quelli localizzati in zone potenzialmente meno pericolose.
I beni culturali a rischio medio a causa di potenziali alluvioni sono quasi 34mila. Diventano quasi 50mila se si considerano gli eventi estremi, che però sono generalmente meno probabili.
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