Il mio amico ha una delle sue sagge intuizioni: “il vero ricco è quello che ha il tempo”. Concordo. Perchè alla fine, non cerchiamo tutti di guadagnare soldi solo per liberarci dalle necessità e godere del tempo? Ma dov’è il tempo? Cos’è e cosa ne facciamo?
Lo vendiamo, lo perdiamo, ce lo facciamo rubare, lo regaliamo; magari lo risparmiamo, ma non è una risorsa che poi ti ritrovi quando ti serve.
Il tempo: le sue discariche e i tempicidi
Per non parlare delle discariche del tempo.
Videogiochi
Non tutti sanno che i maggiori consumatori sono maschi tra i quaranta e i cinquant’anni. C’è gente che ci passa ore ogni giorno. Alcuni videogiochi sono opere d’arte grafica e rappresentano il motivo principale per cui si cambia il dispositivo. Subito dopo vengono i solitari sul pc, frequentati negli uffici di tutte le latitudini, che vengono velocemente minimizzati a icona sulla barra quando passa qualche collega. La continua interruzione del solitario per futili motivi di lavoro è fonte di importante stress occupazionale. I sindacati se ne stanno interessando.
Supermercati
Pare che tutti, non appena passata la soglia di un supermarket, entrino in uno stato di semi-ipnosi. Qualcuno pone dei rilevatori di sguardi per seguire i movimenti degli occhi e studiare la disposizione più seducente delle merci. L’armonica successione di scatole e barattoli sugli scaffali ha lo stesso effetto che ha un flauto su un cobra: gli orologi interni si fermano e l’acquirente percorre chilometri di corridoi vivendo la fascinazione di un eterno presente. Riportano bruscamente alla realtà solo il peso del carrello o la sua sovrassaturazione volumetrica. Il weekend passato al centro commerciale è una forma di tempicidio ancora in attesa di normativa e adeguata sanzione.
Calcio
Si narra di un’epoca felice nella quale alla partita di pallone si dedicavano non più di due ore a settimana. La rarefazione del pensiero ha creato un vuoto e ora a stento si trovano due ore in una settimana in cui non si parli di calcio. Io mi ostino a teorizzare il fatto che, se una squadra vince, è perché ha segnato un gol di più. Tuttavia, vedo milioni di uomini che disprezzano questa deprimente aritmetica e discutono per giorni su un risultato, per cui non escludo che sotto sotto ci sia un esoterismo che per me resta impenetrabile.
Telenovele et similia
A cena con amici, il televisore lasciato distrattamente acceso. Ivi si narra dell’amore infelice tra Gonzalo ed Asunciòn. Nessuno vi presta orecchio, ma quando, alla fine, Asunciòn sta per rivelare qualcosa che si saprà solo alla prossima puntata, l’attenzione dei commensali si concentra, per un attimo. Quanto basta perché le cose non siano più le stesse, per nessuno. Domani, andranno a scaricarsi le puntate precedenti e dal parrucchiere cercheranno di carpire primizie sui successivi sviluppi. È iniziata per loro la vita parallela e, come dirimpettai perennemente affacciati, nei successivi quarant’anni s’impicceranno di Gonzalo e Asunciòn i quali avranno, al tempo, l’età dei loro nipoti. Si sta ancora cercando una cura efficace per tutto questo.
Il tempo e la sua gestione
Insomma, gestire il tempo è un problema. Per questo accettiamo di lavorare tanto e, quel po’ di tempo che resta, ce lo facciamo organizzare da altri o lo buttiamo via.
Forse l’errore iniziale sta nell’essere convinti che il tempo si misuri in ore e minuti. Il che è abbastanza vero per i treni ma non per gli umani.
Il tempo umano si misura in vicende.
Una vicenda è una chiacchierata interessante, un’estate particolare, quattro versi in rima, un libro, un incontro, un concetto finalmente afferrato (che meraviglia, i concetti).
Le vicende sono sparse dappertutto, sono a portata di mano, ma noi ci passiamo accanto senza accorgercene, tanta è la fretta.
Probabilmente aspettiamo che apra un supermercato di vicende. Magari fosse. Dio sa se non ci passerei la giornata tra quei banconi…
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