Contenimento dei costi energetici, liquidità delle imprese, nuovi sbocchi di mercato per l’export, ristori per le perdite di fatturato e sostegno al reddito dei lavoratori. Sono le “prime proposte” della Commissione sviluppo economico della Conferenza delle Regioni per fronteggiare le ricadute economiche del conflitto in Ucraina sul sistema produttivo nazionale. Sono state illustrate al gruppo di lavoro del MISE da Mirco Carloni, in qualità di coordinatore della Commissione. La task force ministeriale è presieduta dal ministro Giancarlo Giorgetti e coordinata dal dirigente del Mise Amedeo Teti.
“Abbiamo raccolto le richieste che vengono da territorio, dalla Camera di Commercio, dalle Associazioni e dalle imprese che stanno già soffrendo per le ricadute internazionali della crisi in atto – ha riferito Carloni. – Al Governo nazionale e all’Unione europea chiediamo di adottare misure che non siano solo di ristoro, ma foriere di una nuova ripartenza. E capaci di delineare una nuova politica industriale meno dipendente dall’instabilità del quadro internazionale”.
Il documento presentato al MISE
Il documento prodotto dalle Regioni evidenzia che la stima del potenziale impatto negativo del conflitto in corso sul sistema delle imprese italiane si aggiri attorno a 9,9 miliardi di euro. Corrispondente all’export 2021 verso Russia e Ucraina.
“È necessario – si legge – che Governo e Regioni intervengano rapidamente. Affrontando, in un’ottica di leale collaborazione, le diverse criticità che stanno danneggiando seriamente il Made in Italy”. E va individuata “una strategia condivisa e coordinata che porti all’emanazione di uno o più provvedimenti urgenti per la salvaguardia delle nostre imprese”.
Il documento presentato alla task force del MISE entra nel dettaglio. Proponendo, per esempio, di estendere e integrare il regime straordinario derogatorio degli aiuti di Stato all’economia (Temporary framework). E di rivedere la programmazione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per riorientare le misure e le risorse “verso obiettivi più funzionali all’interesse attuale del Paese, quali il sostegno dell’occupazione e il rilancio dell’economia”.
Sotto questo profilo la Commissione propone di delineare “misure finalizzate ad assicurare alle imprese la continuità produttiva. Poiché, in questa fase di ripresa economica, che vede il picco di ordinativi, il configurarsi di un rallentamento o di un blocco delle produzioni, con la conseguente necessità del ricorso agli ammortizzatori, a causa del costo elevato dell’energia e delle strozzature negli approvvigionamenti delle materie prime, potrebbe compromettere la sopravvivenza stessa delle imprese sui mercati.
Pertanto, sarà necessario pervenire a un tetto al costo dell’energia, vigilando sulle speculazioni dei prezzi causate dalle incertezze dei mercati. Così come sarà necessario monitorare e valutare i contraccolpi del conflitto sulle filiere e sui prezzi delle materie prime. Tutto questo per definire, a livello nazionale, delle strategie di diversificazione negli approvvigionamenti. Nonché considerare le criticità legate alla necessaria riconversione di interi settori produttivi”.
Le proposte della Commissione sviluppo economico della Conferenza delle Regioni al MISE
Sintetizzando tutte le proposte formulate alla task force ministeriale, la Commissione suggerisce di intervenire sul contenimento dei costi attraverso la riforma della spesa energetica. Tra le misure indicate: eliminazione delle accise sui prodotti energetici, sospensione o rinvio dei nuovi oneri in bolletta, credito di imposta sull’energia, contenimento del costo del gasolio professionale, rateizzazione delle bollette. Ma anche incentivazione delle rinnovabili e semplificazione del percorso autorizzativo; aumento della produzione di gas naturale, diversificazione delle fonti energetiche; riattivazione delle centrali elettriche a carbon fossile.
Altri interventi riguardano la moratoria del credito, la liquidità delle imprese, il sostegno all’internazionalizzazione, la proroga del quadro temporaneo degli aiuti di Stato, il sostegno al reddito dei lavoratori e la revisione del Patto di stabilità in ambito europeo.
Leggi anche Ucraina, Acquaroli scrive al premier Draghi e a Fedriga