Nonostante l’impegno profuso, Ascoli Piceno non ha conquistato il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024. Ha vinto Pesaro, l’altra città marchigiana che aveva presentato la candidatura.
Come in ogni competizione che si rispetti, arriva il momento del “redde rationem”.
I consiglieri di minoranza di Partito Democratico, M5S, Ascolto & Partecipazione e Prospettiva Ascoli commentano l’accaduto.
Ascoli Piceno, la nota dei consiglieri di minoranza
“Apprendiamo con rammarico che Ascoli non abbia vinto il titolo di Capitale della Cultura 2024.
La città di Ascoli gode di un patrimonio artistico, culturale, architettonico ma soprattutto sociale ed umano inestimabile. Ed avrebbe avuto tutte le potenzialità per il raggiungimento di tale traguardo.
In qualità di consiglieri di minoranza non ci resta che ratificare l’ennesima occasione persa da parte di un’amministrazione comunale che molto, forse troppo se non tutto, aveva investito in questo percorso.
Diverse volte abbiamo chiesto al Sindaco di partecipare alla progettualità della proposta che è stata portata all’attenzione del Ministero della Cultura a Roma.
Ma puntualmente abbiamo registrato una chiusura, una mancanza di condivisione della prospettiva.
E crediamo che come accaduto nei nostri confronti, sono molte altre le realtà che si sono sentite escluse da questo percorso che tanto più fosse stato condiviso, tanto più avrebbe acquisito energie ed idee per trasformare questa esperienza da interessante a vincente.
Al tempo stesso ci sembra giusto sottolineare il lavoro di chi in questo percorso ha creduto e si è speso, partendo dal dott. Bisirri che con il suo staff ha coordinato tutte le attività di promozione del progetto per arrivare a tutte le realtà della città che hanno messo del proprio in questa avventura.
E proprio per non disperdere questo lavoro è necessario aprirsi alla collaborazione di tutta la cittadinanza. E al contributo delle forze di opposizione, tant’è che durante la cerimonia è stata più volte rimarcata l’importanza del processo di condivisione e di partecipazione collettiva allo sviluppo culturale.
Questo processo non c’è stato in buona sostanza per arroganza e mancanza di prospettive concrete aldilà delle roboanti dichiarazioni propagandistiche.
Ci auguriamo che questa mancata affermazione possa servire per costruire un percorso condiviso per il bene di tutta la città di Ascoli”.
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