L’Asur ha deciso di affidare alla gestione privata, con procedura di appalto, una serie di servizi in ambito medico presso le strutture di Urbino e Pergola. CGIL Funzione Pubblica e CGIL Medici manifestano la loro preoccupazione. A parlare sono Matteo Pintucci, segretario generale Fp Cgil Marche, e Katia Pesaresi di Cgil medici.
L’allarme di CGIL
L’appalto che ha creato la reazione dell’organizzazione sindacale FP regionale e di quella di categoria ha una durata triennale. Attraverso esso, di fatto, medici dipendenti di una società privata lavoreranno dentro il sistema pubblico.
I servizi coinvolti sono punto nascita, pronto soccorso, chirurgia generale/medicina generale/lungodegenza/nefrologia/ortopedia dell’ospedale SM Misericordia di Urbino. E PPI/assistenza medica di anestesia presso il blocco operatorio dell’ospedale SS Carlo e Donnino di Pergola.
“In questo modo – spiegano Matteo Pintucci, segretario generale Fp Cgil Marche e Katia Pesaresi, Cgil medici – c’è il rischio di generare un appalto ‘spurio’. A causa di un’evidente commistione pubblico/privato dove non risultano chiari la catena di comando ed il confine tra ciò che è oggetto di appalto e ciò che ne rimane fuori”.
“E’ possibile – chiede CGIL – concepire un lavoro che per sua natura deve essere di equipe tra medici, professionisti sanitari ed oss quando gli uni (i medici) sono dipendenti di una società cooperativa e gli altri sono dipendenti del servizio sanitario regionale?
E ancora: a quali condizioni saranno assunti medici dal soggetto privato vincitore dell’appalto?
Con quale retribuzione? Con quali condizioni contrattuali, quali tutele? Si andrà a generare l’ennesima situazione di precariato?
Dopo i momenti difficili degli eroi del sistema sanitario nazionale, dope aver affrontato la pandemia ci si aspetta di ritornare ad una piena valorizzazione della sanità pubblica. Del ruolo di gestione pubblico e di un rafforzamento degli organici per i medici, professionisti ed operatori”.
“E’, invece, deludente registrare – concludono Pintucci e Pesaresi – come si continui ad andare in direzione diametralmente opposta. Mancano atti di programmazione a lungo termine, continua a mancare un confronto con i sindacati dal momento che si viene a conoscenza di queste scelte dai giornali. Una situazione che va ad aggiungersi al mancato confronto sulle ricadute del PNRR in sanità”.
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