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Gaetano Rinaldi, presidente della sezione ascolana “William Scalabroni” di Italia Nostra, interviene sulla decisione di avviare il censimento del patrimonio verde. Propone all’Amministrrazione comunale di Ascoli Piceno alcune riflessioni e lancia qualche idea.

Riportiamo integralmente la nota inviata al Sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, al Presidente della Provincia Sergio Loggi e alla stampa.

“Il censimento del verde ad Ascoli Piceno

E’ certamente encomiabile la decisione di avviare il censimento del patrimonio verde ed in particolare di quello arboreo per consentirne una migliore cura e manutenzione, un più puntuale controllo. E l’effettuazione di interventi immediati in caso di danneggiamenti o degrado.

Tutto bene certamente. Ma rimane irrisolto il problema della consistenza del patrimonio verde cittadino.

Infatti non sembra che il verde di Ascoli superi i 10 mq per abitante, ponendo quindi la città nella parte bassa della classifica nazionale. (Non parliamo naturalmente del confronto con i paesi europei dove la consistenza del patrimonio verde è decisamente più elevata).

Infatti, come già fatto presente in varie occasioni, a comprova della esiguità del patrimonio verde va rilevato che Ascoli è priva sostanzialmente di un Parco urbano degno di questo nome. Un parco che sia abbastanza esteso, facilmente fruibile anche dai meno dotati, dai bambini, dalle famiglie, dagli anziani.       

Certo, si obietterà che prima o poi verranno rese fruibili, come previsto dal Piano Regolatore, le sponde dei fiumi che circondano la città.

Ma ci dobbiamo chiedere: a parte il tempo che sarà necessario perché i parchi fluviali siano realizzati, gli stessi potranno essere facilmente fruiti da tutti ? Oppure saranno limitati alle persone super dotate o ai soli giovani sportivi? E ci dobbiamo chiedere anche: sarà possibile utilizzare i terreni contigui ai corsi d’acqua, per giunta soggetti ad eventuali esondazioni, che da tempo risultano utilizzati da privati o coperti da baracche di varie forme?

Quindi sarà  necessario che si individui uno spazio adeguato, pianeggiante, di soddisfacente estensione, che si trovi nella parte centrale del tessuto urbano per dotare finalmente la città di un polmone verde che migliori la vivibilità, contribuisca a ridurre ogni forma di inquinamento, la renda più accogliente.

In realtà uno spazio ideale per creare un prestigioso polmone verde c’era ed era quello contiguo al prezioso piccolo Giardino realizzato nei pressi dell’Istituto Tecnico Agrario, spazio che tra l’altro si trovava proprio nella parte centrale del tessuto  urbano. Purtroppo tutto lo spazio prima libero è stato progressivamente coperto da costruzioni e quindi non è più possibile sperare che si possa tornare indietro.

Rimane il sogno del parco che si dovrebbe realizzare in parte dell’area Ex Carbon. Ma anche in questo caso chiediamo: lo potremo mai vedere se ancora non è stata avviata la necessaria opera di bonifica del sito?

Rimane un’altra possibilità, anche se non si tratta di un parco urbano dentro i confini della città.

Si deve, cioè, studiare la possibilità di realizzare ad Ascoli qualcosa di simile a ciò che ha fatto la civile Ferrara con la cosiddetta Addizione Verde, ricordo della più famosa Addizione Erculea, che ha previsto il vincolo di circa 1200 ettari della  città estense dalle sue mura sino alle sponde fiume Po.

Non si è trattato di espropriare  i terreni. Si è semplicemente imposto ai proprietari di conservare la destinazione agraria dei terreni, da coltivare nel rispetto delle tradizioni e in maniera ecocompatibile. Individuando magari alcuni angoli più pregiati dal punto di vista ambientale paesaggistico da destinate a parco pubblico vero e proprio.

Ad Ascoli si potrebbe fare qualcosa di simile per la vasta area che dal torrente Chiaro si spinge, in un contesto ambientale e paesaggistico di commovente bellezza e splendore, sino al crinale oltre cui si svela il paesaggio lunare dei calanchi del Monte dell’Ascensione.

Questa scelta innovativa consentirebbe alla città di esaltare la sua immagine in maniera superba per proporla come meta di un turismo di qualità e responsabile. Che inviti gli ospiti non ad una veloce escursione ma a programmare una permanenza prolungata per farli diventare per un certo periodo suoi nuovi cittadini, pronti ad entrare in contatto con la cultura dei luoghi e a sperimentare innovative  forme di coinvolgimento emozionale.

Se si vogliono raggiungere risultati prestigiosi non bisogna temere di volare alto.

Proprio per questo motivo la Sezione ha proposto da tempo la realizzazione del Parco Culturale ed Ambientale del Monte dell’Ascensione, dei Calanchi e dei Geo-siti. Uno dei Dieci Parchi individuati come moduli nell’ambito del Sistema delle Risorse Culturali delle Terre della Primavera Sacra e della Riviera delle Palme.

E’ augurabile che prima o poi si incominci a studiare la possibilità di realizzare questo Parco e magari anche quello ben più ambizioso della Nuova Montagna dei Fiori sulla base del progetto avveniristico elaborato da un prestigioso gruppo di lavoro coordinato dall’Ing. Stefano Odoardi.

E’ proprio il caso di chiederci: se non ora che la città lotta per essere nominata Capitale della Cultura, quando?”

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