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Agli Ospedali Riuniti di Ancona parte un nuovo protocollo sperimentale per la cura del cancro: l’utilizzo di farmaci agnostici. Farmaci che rappresentano la frontiera più avanzata dell’oncologia di precisione e possono essere definiti “jolly”, perché colpiscono in maniera selettiva alcune mutazioni genetiche. Indipendentemente dall’organo interessato dalla patologia.

Il nuovo protocollo sarà attivato solo in sei centri in Italia.

Cancro: i dati nelle Marche

Nella Regione Marche nell’ultimo periodo rilevato, della durata di tre anni, si sono registrati complessivamente quasi 16mila tumori maschili: 22mila 600 se si considerano anche i tumori non maligni. Quelli femminili sono stati  13.400: 19mila complessivi.

Negli uomini i più ricorrenti sono cancro alla prostata, al colon retto e al polmone. Nelle donne alla mammella, al colon retto e all’utero. 

L’analisi effettuata dal Registro Tumori delle Marche rileva che, a un anno dalla diagnosi, la sopravvivenza è del 75% negli uomini e del 79% nelle donne. In particolare negli uomini le cure si sono rivelate efficaci specie per tumori a testicolo, prostata, tiroide, Linfoma di Hodgkin, vescica. Nelle donne per tiroide, mammella, Linfoma di Hodgkin, endometrio.  

Nelle Marche sono attivi tre percorsi di screening oncologici: mammella, cervice uterina e colon retto. Il tasso di adesione è molto più alto rispetto alla media nazionale. La pandemia, nel 2020, ha inciso pesantemente come è avvenuto in tutta Italia, ma nel 2021 i ritardi accumulati sono stati recuperati.

E proprio dal 2021 esiste anche il CORM (Centro Oncologico e di Ricerca delle Marche), un gruppo multidisciplinare che partendo dall’analisi genetica arriva all’individuazione della terapia più efficace e meno invasiva. Una ulteriore prova del fatto che la Regione è all’avanguardia nella sperimentazione clinica.

Il commento

“L’emergenza coronavirus non ha fermato i reparti di oncologia medica – ha sottolineato l’assessore alla Salute della Regione Marche Filippo Saltamartini. – Le sedute di chemioterapia nei day hospital, la somministrazione dei vari farmaci anticancro e tutto il consueto lavoro di reparto sono stati riorganizzati per mettere in sicurezza sia il personale sanitario che i pazienti. Non dobbiamo neppure dimenticare la prevenzione, perché il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile”.

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