Il 2021 ha evidenziato buoni segnali di ripresa delle vendite all’estero, anche se rispetto al periodo pre covid-19 alcuni settori viaggiano a velocità alternate. Queste riflessioni nascono da spunti tratti dall’elaborazione Confartigianato sui trend del Made in Italy e sui settori delle MPI. L’elaborazione analizza le performance dei primi tre trimestri del 2021.
Made in Italy: dati nazionali
Nei primi tre trimestri del 2021, a livello nazionale, le vendite all’estero del manifatturiero sono cresciute del 5,2% rispetto ai livelli pre covid-19.
Torna in positivo con un +1,9% anche il Made in Italy dei settori di punta delle micro e piccole imprese: alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture.
Dopo il pesante calo nel 2020, nel corso del 2021 le vendite all’estero sono risalite infatti del +19,5%.
Il dato più eclatante è che è stato consolidato su base annua un export del valore di 135,9 miliardi di euro, pari al 7,8% del PIL. Cioè il massimo storico dal 1995.
Made in Italy: dati Regione Marche
La pandemia mondiale, è noto, ha rallentato notevolmente la crescita di alcuni comparti. Soprattutto quelli legati al settore moda: quest’ultimo ha infatti appiattito le performance dell’export per le micro e piccole imprese.
Nelle Marche, la quota sull’export dei settori delle MPI rileva in effetti una flessione del -4,6%, se paragonata ai primi tre trimestri del 2019.
Va meglio se il dato viene confrontato con l’analogo del 2020 (+17,4%).
Made in Italy: dati provinciali
Su base provinciale, l’export dei settori di riferimento delle MPI, a paragone con il 2019, vede a Macerata un -4,7%. Ma si registra un +20,2% rispetto al 2020.
Nella provincia di Ascoli Piceno emerge un -18,9% rispetto al 2019, con +7,5% rispetto al 2020.
Nella provincia di Fermo, infine, si evidenzia un -24,2% rispetto al 2019 con un +2,7% rispetto al 2020.
Il discorso cambia se si prendono a riferimento i settori delle MPI al netto del comparto moda, che, come detto, sta rincorrendo la ripresa con velocità differenti.
Il complesso dei settori di alimentari, legno e mobili, metalli e altre manifatture, compresi gioielleria e occhialeria, segna un recupero intenso rispetto ai livelli dell’anno pre-pandemia 2019. Le esportazioni delle Marche, infatti, registrano un +15,2%.
Tra le province, Macerata è al +13,3%, Ascoli Piceno al +1,5% e Fermo al +5,4%.
Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli Piceno, Fermo
“Le limitazioni agli spostamenti di merci e persone hanno inciso negativamente in un comparto strategico per il nostro sistema produttivo come quello della moda”, commentano Enzo Mengoni e Giorgio Menichelli, presidente e segretario Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli Piceno, Fermo.
“Ma non tutto è perduto. Registriamo anche – proseguono – segnali di ripresa rispetto al 2020. La maggiore comprensione del virus, la campagna vaccinale internazionale e nuove politiche di contenimento ci hanno permesso di frenare le perdite. E di promuovere occasioni di scambio commerciale, seppur contenute rispetto al pre-pandemia. In tale direzione è stato positivo il ritorno in presenza di importanti fiere del comparto moda-calzaturiero. Quindi non ci lasciamo scoraggiare da alcuni dati negativi confrontandoci con il 2019: gli indizi della ripartenza sono incoraggianti e ci spingono a lavorare sodo”.
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