Le Marche hanno costituito il Nucleo di coordinamento regionale per la prevenzione e la sorveglianza della peste suina africana (Psa). Il virus, non trasmissibile all’uomo, è altamente contagioso esclusivamente per suini e cinghiali. Porta alla mortalità fino al 90% dei casi ed è in grado di arrecare gravi danni alla suinicoltura e all’industria agroalimentare collegata.
È già comparsa in Italia, il 7 gennaio scorso, in Piemonte e successivamente in Liguria. Ed è subito scattata, a livello nazionale, l’allerta per una malattia catalogata di “Categoria A” dall’Unione europea, una malattia da eradicare immediatamente.
Peste suina: le misure nelle Marche
Nelle Marche sono state immediatamente adottate tutte le prime misure di informazione e prevenzione possibili. Alcune già operative da tempo, come l’estensione del periodo di caccia al cinghiale e le misure di contenimento degli ungulati nei centri urbani.
“Il rischio che la malattia possa arrivare anche nelle Marche richiede un innalzamento del livello di guardia. E l’attivazione di una struttura operativa che possa orientare le ulteriori misure di contrasto sulla base di quanto previsto dai Piani di sorveglianza nazionale e regionale”, afferma il vicepresidente della Regione Marche Mirco Carloni.
L’Unità di crisi verrà attivata nel momento in cui l’epidemia sarà presente nel territorio regionale. Già operativo, invece, è il Nucleo di coordinamento.
“Riteniamo che anche il fattore tempo sia una variabile importante per contrastare la psa – continua Carloni. – Perciò il Nucleo formulerà alla Giunta una proposta di ulteriori interventi, da attuare con tempestività, inerenti la protezione attiva e il potenziamento della sorveglianza passiva negli allevamenti domestici. Ma anche le modalità di segnalazione delle carcasse di cinghiali, la biosicurezza negli allevamenti suini e un appropriato piano di comunicazione”.
Il Nucleo di coordinamento della Regione Marche
Il Nucleo di coordinamento regionale è istituito nell’ambito dei dipartimenti della “Salute”, dello “Sviluppo economico”, delle “Infrastrutture, territorio e protezione civile”.
È composto dai rappresentanti del Centro di referenza nazionale per le pesti suine dell’Istituito zooprofilattico sperimentale Umbria e March,; della PF Prevenzione veterinaria e sicurezza alimentare dell’ARS, della direzione tecnica prevenzione collettiva area veterinaria e sicurezza alimentare dell’ASUR. Inoltre dai rappresentanti del Settore Politiche Faunistico Venatorie e Ittiche – SDA PU, con il CRAS e il comparto zootecnic,; della Protezione Civile (GORES gruppo operativo regionale emergenze sanitarie), del Settore Territori Interni Parchi e Rete Ecologica Regionale. Nonchè dai rappresentanti della Polizia Provinciale e dei Carabinieri Forestali.
Il Nucleo potrà richiedere il coinvolgimento dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), delle Università delle Marche, dei Parchi nazionali e regionali, delle Riserve naturali e statali.
È previsto anche il coinvolgimento delle associazioni di categorie interessate (agricole, venatorie, ambientaliste).
Leggi anche Pantani, giù le mani: il ricorso delle associazioni