Il caro energia sta colpendo pesantemente le imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione. Nel 2022 dovranno sostenere gli aumenti delle bollette energetiche, con una spesa che passerà dagli 11,3 miliardi del 2021 ai 19,9 miliardi. Un aumento pari del 76%, nonostante le misure di contenimento già adottate dal Governo. Confcommercio afferma che il conto è salatissimo per un milione di imprese: le più colpite dalla pandemia. Imprese che ora rischiano la chiusura, anche a causa dei rincari energetici.
L’associazione dei commercianti avverte: si tratta di aumenti energetici insostenibili. Aumenti che insieme a quelli delle materie prime (+17% rispetto al 2019), sono destinati ad incidere sull’inflazione. E ovviamente anche a indebolire la dinamica dei consumi.
“Inoltre la fine della moratoria bancaria e quindi la ripresa del pagamento dei mutui – spiega Fausto Calabresi, presidente provinciale della Confcommercio picena – darà il colpo di grazia a numerose imprese del terziario. Con conseguenze negative inevitabili sui livelli occupazionali e sull’economia del territorio.”
In questo scenario il clima di fiducia delle imprese, secondo un recente studio congiunturale della FIPE (*), torna sotto soglia 100, attestandosi a 83,8. Nello stesso periodo del 2019 era 91,7.
Insomma: lo slancio positivo e ottimistico registrato nel terzo trimestre 2021 si è bruscamente esaurito. Ed è decisamente inopportuno fare un confronto con il 2020, quando le aziende erano per lo più chiuse.
E i giudizi verso le aspettative di breve termine, sottolinea Confcommercio, non sono positivi: né verso le performance economiche né verso le prospettive.
(*) FIPE: Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
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