Turismo e futuro, Slow Food lancia l’allarme per i piccoli borghi. Le potenzialità delle aree marginali sono enormi e la rivitalizzazione dei piccoli centri diventa cruciale per schiudere nuovi orizzonti. Impensabile proiettare i borghi nel futuro solo come mete per lo smart working o il turismo stagionale.
Turismo, Slow Food promuove nuovi orizzonti
La connessione e la stagione turistica è imprescindibile per la sopravvivenza di alcune aree interne. E’ necessario secondo Slow Food, recuperare la dimensione produttiva. Solo la nascita di aziende di giovani agricoltori, allevatori e casari possono dare autenticità e supporto anche al turismo rurale. È necessario sostenere la rinascita delle botteghe, il cuore pulsante dei borghi, in una chiave moderna. Piccole attività come luoghi in cui si ricostruiscono comunità e appartenenza. Luoghi dove rinascono servizi fondamentali per gli abitanti, dagli alimentari alla parafarmacia, dall’edicola al bar. La comunità è la base dell’agire collettivo e del benessere individuale, è lo spazio privilegiato della costruzione del sé e della sperimentazione della vita di gruppo. Le botteghe sono un baluardo e un presidio insostituibile per rivitalizzarle.
“Dove una volta l’osteria era il punto di incontro e di scambio delle informazioni, dove una volta il bar tabacchi fungeva da centro di smistamento delle ultime notizie e di conoscenza reciproca dei cittadini, oggi non rimane nulla. Eppure, la grande bellezza dell’Italia non è fatta solo dall’architettura e dagli edifici che disegnano i nostri centri storici. Al contrario il patrimonio di cui siamo più ricchi è sempre stata la socialità e la vita di questi centri“. Le parole del patron di Slow Food Carlo Petrini nel suo ricordo alle botteghe di una volta.
La promozione dei biodistretti
Le aree marginali e abbandonate degli ultimi decenni ora diventano luoghi ideali dove praticare un’agricoltura biologica e di qualità. Un’agricoltura rispettosa dell’ambiente può essere il perno di un nuovo processo di crescita. Il comparto attraverso pratiche virtuose, può dare valore a queste risorse produttive a rischio di estinzione.
“Il sistema alimentare fortemente globalizzato a cui ci siamo abituati, si mostra quindi nella sua complessità e, in questo caso, ci dà la possibilità di vederne pro e contro in maniera chiara, facendoci apprezzare i lati positivi e osservarne limiti e problematiche. Le botteghe, difatti, hanno un elemento distintivo che in situazioni come quella odierna (e non solo) potrebbero davvero fare la differenza: la loro funzione non è solo di mero servizio distributivo, bensì di relazione; veri e propri presìdi di fiducia del territorio e del tessuto sociale, rappresentano un’ancora di salvezza per molti paesi che così si sentono meno isolati“. Il commento di Carlo Petrini sulle botteghe.