Il maltempo carica il bilancio comunale di Grottammare di nuovi costi: quelli della rimozione dei rifiuti spiaggiati. I recenti eventi atmosferici verificatisi sulle coste marchigiane, infatti, hanno provocato lo spiaggiamento e l’accumulo sugli arenili di rilevanti detriti portati dalle mareggiate. Di conseguenza è stato necessario ricorrere a una serie di servizi aggiuntivi. Servizi aggiuntivi previsti nel contratto con la Picenambiente spa stipulato a luglio 2013, per la durata di 15 anni, ma non automaticamente operativi.
Le attività di pulizia, raccolta rifiuti, manutenzione e sistemazione di arenili/spiagge, negli ultimi 5 anni hanno comportato, per il Comune di Grottammare, un costo medio annuo extra di oltre 18.000 € + iva.
Tenendo presente che il costo per la raccolta di 1 tonnellata di rifiuti “spiaggiati” è di 70 € + iva.
Sulla base dei calcoli elaborati dall’ente gestore, nel 2020 i quantitativi di spiaggiato – 92,78 tonnellate – sono costati al comune di Grottammare quasi 6.500 € + iva. Il costo dei servizi ambientali è comunque interamente coperto dagli introiti della Tari.
Il materiale spiaggiato può avere origine antropica o naturale.
Secondo l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (ISPRA), sulla base di un monitoraggio realizzato da numerosi enti di ricerca, gran parte dei rifiuti raggiunge il mare attraverso numerosi piccoli fiumi, torrenti e deflussi superficiali che attraversano aree densamente popolate.
“La manutenzione delle spiagge anche nei periodi invernali – precisa il consigliere delegato alle manutenzioni, Bruno Talamonti – che richiede un lavoro molto certosino. Al di là di questi costi, c’è ancora molto altro lavoro, sia di maestranze interne sia di operatori e mezzi esterni. E quindi altre spese dirette e indirette variabili tra i 10 e i 15mila euro annui”.
NB: la foto di copertina è di repertorio, non riguarda la spiaggia di Grottammare.
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