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È sull’incontro tra scuola e associazionismo che poggia le basi il progetto “Facciamo pARTE”. Approvato dalla Giunta della Regione Marche, è pensato per stimolare la partecipazione attiva dei giovani.

Regione Marche: “Facciamo pARTE”

“Facciamo pARTE” sarà finanziato attraverso la predisposizione di un bando pubblico e sarà rivolto alle associazioni giovanili iscritte nell’apposito elenco regionale. Potranno partecipare anche gli enti del Terzo settore in partenariato con gli Istituti scolastici secondari di 1° e 2° grado.

I progetti dovranno realizzarsi nel territorio della Regione Marche e avere una durata massima di 10 mesi, inclusa la fase di rendicontazione. I destinatari dell’intervento dovranno essere i giovani nella fascia di età compresa fra i 14 e i 35 anni residenti o dimoranti nel territorio regionale. Il partenariato deve obbligatoriamente comprendere almeno un’associazione giovanile iscritta nell’elenco regionale, a pena di esclusione.

I progetti potrebbero prevedere la realizzazione di attività pensate come opportunità per acquisire e sperimentare nuovi saperi e competenze. Ma anche azioni di socialità e di aggregazione quali realizzazione di filmati/opere multimediali; esecuzione di disegni; creazione di video; utilizzo della scrittura multimediale per nuovi modi comunicativi.

Le risorse disponibili sono pari a € 241.150,00. Ogni progetto potrà essere ammesso a finanziamento per un importo compreso tra € 10.000,00 ed € 15.000,00. Il contributo regionale sarà commisurato alla spesa ammissibile direttamente correlata alla realizzazione del progetto nella misura massima del 100% del costo.

Comunque, fino alla concorrenza delle risorse disponibili.

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L’assessore alle Politiche giovanili della Regione Marche Giorgia Latini

Il commento

“Con questo progetto – spiega l’assessore regionale alle Politiche giovanili, Giorgia Latinivogliamo creare un ponte tra mondo della scuola e terzo settore per raggiungere due importanti obiettivi. Da una parte l’inclusione sociale, per eliminare qualunque forma di discriminazione, nel rispetto e nella valorizzazione della diversità. Dall’altra, lo sviluppo della creatività dei ragazzi, come percorso di crescita individuale, per renderli maggiormente consapevoli della loro identità e quindi meno soggetti a confrontarsi con fenomeni di disagio.

Grazie al lavoro congiunto di tutti i soggetti coinvolti, anche  fattori visti come ‘dannosi’ possono divenire alleati se utilizzati in modo ponderato. Mi riferisco, per esempio, alle piattaforme digitali e ai social network. Il concetto che deve passare tra i giovani è che tali strumenti sono a loro disposizione e non viceversa”.

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