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Negli ultimi 8 anni, il personale stabile di Poste Italiane è diminuito, nelle Marche, di circa 1.000 unità. I dipendenti sono passati, infatti, dai circa 3.800 del 2013 ai 2.800 del 1° semestre 2021. E ora è a rischio anche il Centro multiservizi di Ancona, nel quale lavorano 80 dipendenti.

Poste Italiane: la nota delle organizzazioni sindacali delle Marche

 Riportiamo il comunicato diramato dalle Segreterie regionali SLC CGIL, FAILP CISAL, CONFSAL COM, UGL COM.

“Gli Uffici Postali sono attualmente 409,  ovvero -66 dal 2008 ad oggi. 30 di questi sono chiusi o aperti a giorni alterni, conseguenza delle razionalizzazioni “temporanee” a causa del covid e del terremoto. La verità, invece, è che il personale negli uffici è insufficiente e non c’è abbastanza forza lavoro per riaprirli tutti.

Con più attenzione verso il nostro territorio, l’Azienda avrebbe potuto riconoscere, attraverso le cosiddette politiche attive del lavoro, un numero più consistente di risorse da inserire negli uffici. Così da bilanciare, almeno in parte, le  uscite per pensionamenti ed esodi dalla sportelleria.

A conferma del caos attuale, ci sono le lunghe code fuori dagli Uffici postali. Code che con l’avvento della stagione invernale creano non pochi disagi alla cittadinanza e alla circolazione. Non a caso, spesso, negli ultimi tempi, si sono verificati episodi di aggressione verbale e fisica nei confronti degli operatori di sportello. 

Di recente, l’AGCOM (agenzia delle comunicazioni) ha emesso un atto d’indirizzo nei confronti di Poste Italiane ingiungendole il rispetto dei princìpi di continuità e capillarità. In quanto fornitore del servizio universale.

poste italiane sindacati

Da sinistra: Pierpaolo Ionna – Confsal Com, Annalisa Marini – Slc Cgil Marche, Maria Pia Azzurro – Ugl, Maurizio Giampieri – Failp Cisal

Le rimodulazioni di orari e aperture provocano notevoli disagi, soprattutto nei piccoli centri. Le maggiori difficoltà, inoltre, si sono presentate per le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare anziani e altri soggetti che non hanno la possibilità di usufruire dei servizi in versione digitale. 

Stessa situazione nel servizio di recapito della posta dove si registra, da inizio anno ad oggi, un calo del personale di circa il 15% fra stabili e flessibili. Proprio tra i portalettere e gli  addetti allo smistamento, è in aumento il ricorso al contratto a tempo determinato a danno del lavoro stabile e della qualità del servizio stesso.

A rischio, ad oggi, anche il Centro Multiservizi di Ancona, 80 lavoratori in tutto (all’inizio erano 145).

Il centro si occupa di antiriciclaggio, antifrode on line e off line: in tal senso, presta un servizio a valore aggiunto e opera in collaborazione con le Autorità Giudiziarie. Questa struttura sta lentamente perdendo la propria centralità con ricadute  significative rispetto ai propri livelli occupazionali formati da risorse altamente qualificate. Alcune lavorazioni  sono già state accentrate a Roma e altre esternalizzate.

Occorre invertire il  trend. Anche se queste lavoratrici e questi lavoratori sono “invisibili” agli occhi dei cittadini, offrono servizi di tutela altamente specializzati per il Paese. Servizi che dovranno continuare a operare nel nostro territorio, e magari rilanciare il CMA di Ancona verso un progressivo sviluppo, considerate le professionalità che vi operano, attraverso nuove acquisizioni lavorative”.

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