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Il fondo  Kohlberg Kravis Roberts è un colosso americano che gestisce oltre 400 miliardi di dollari e ha sul libro paga 1.500 dipendenti più 470 analisti. Analisti che operano in 16 nazioni producendo quasi 200 miliardi di dollari di entrate l’anno. La notizia di questi giorni è che il KKR sarebbe interessato all’acquisto di TIM. Con un’offerta da 10,8 miliardi che il gruppo francese Vivendi, azionista di maggioranza di TIM, avrebbe però reputato non sufficiente.

L’offerta di KKR, definita dai vertici del fondo non vincolante e “amichevole”, ha comunque movimentato Piazza Affari. E ha procurato non poche preoccupazioni ai lavoratori del gruppo TIM e alle organizzazioni sindacali.

I vertici nazionali di CGIL, CISL e UIL sono intervenuti manifestando molte perplessità. Perplessità, perchè in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni lo Stato italiano non dovrebbe rispondere solo alle logiche del mercato. Ma anche preoccupazioni per l’eventuale rischio esuberi fra i lavoratori.

In merito alla vicenda KKR/TIM intervengono SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM.  I sindacati annunciano un presidio convocato per lunedì 29 novembre in P.zza del Plebiscito, ad Ancona, dalle 9.30 alle 11.30.

Riportiamo integralmente il comunicato dei sindacati regionali.

La nota di CGIL, CISL e UIL sulla vicenda TIM

“La digitalizzazione del Paese passa attraverso la creazione di un’infrastruttura di rete che assicuri il ‘diritto ad una connettività’ a banda ultralarga efficiente, capillare e stabile.

Nelle classifiche europee di digitalizzazione, l’Italia resta stabilmente nel fondo. E non si può seriamente pensare di superare questo gap e quello fra aree del paese, delegandolo ad una fallimentare competizione fra Reti parallele. Senza una visione complessiva. Sarebbe uno sperpero di risorse, ridurrebbe il valore dell’infrastruttura stessa e non darebbe certezza di uno sviluppo equilibrato e completo della connettività. Le conseguenze per il Paese sarebbero negative in termini di efficacia dell’azione infrastrutturale e destabilizzanti sotto il profilo occupazionale.

Per fare una Rete digitale efficiente ci vogliono capitali, un’organizzazione complessiva, investimenti tecnologici e umani. Ma anche professionalità elevate e la possibilità di protrarle nel tempo per la manutenzione e il continuo aggiornamento.

Non si può ridurre tutto alla ‘sola connessione’. Ci vuole un sistema di telecomunicazioni moderno e all’avanguardia, ed un soggetto trainante in Italia e nel mercato europeo.

Abbiamo sempre pensato che il memorandum di intesa dell’agosto 2020 tra TIM e Cassa Depositi e Prestiti finalizzato ad un più ampio progetto di rete unica nazionale fosse la strada corretta da perseguire. Ad oggi questa strada sembra essersi interrotta.

Da un lato non siamo stati convocati dal governo, nonostante i solleciti. Dall’altro c’è l’idea che un tema così strategico come quello della rete non può esser derubricato ad un gruppo di lavoro governativo e di esperti.

La Rete è la condizione abilitante per il rilancio economico del Paese e diventerà sempre più fattore fondamentale di accesso al pluralismo delle informazioni e possibilità di sviluppo.

Garanzia di pluralità democratica e di non discriminazione.

Non può essere derubricata a mera questione di competizione economica tra privati se vogliamo veramente garantire dignità e diritti al lavoro e ai cittadini di questo Paese.

In questi ultimi giorni le fibrillazioni societarie su Telecom Italia rischiano di far precipitare la situazione.

L’interesse manifestato da parte di un noto fondo d’investimento internazionale per l’intero Gruppo impone il tema della tenuta finanziaria e dell’operatività del Gruppo stesso rischiando di minare la capacità d’investimento e di realizzazione industriale della rete stessa, con evidenti ripercussioni occupazionali.

Per tali ragioni il sindacato unitario ed una delegazione delle lavoratrici e dei lavoratori TIM, parteciperà al presidio convocato delle organizzazioni sindacali regionali per il giorno 29 novembre 2021 dalle ore 9.30 alle 11.30 in P.zza del Plebiscito ad Ancona.

Contemporaneamente le organizzazioni sindacali hanno chiesto alle istituzioni regionali un incontro urgente per prendere posizione a tutela delle infrastrutture strategiche della Regione e dei livelli occupazionali del settore.

Le Segreterie Regionali

SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL”

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