Le polemiche sul Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti approvato il 12 ottobre scorso dall’ATA investono anche Grottammare. Dopo la levata di scudi di associazioni ambientaliste, comitati e cittadini contro il sì al Piano rifiuti del sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, ora sul banco degli imputati finisce il sindaco di Grottammare Enrico Piergallini. Anche lui per il voto favorevole al contestatissimo Piano d’ambito.
Il sì di Grottammare al Piano rifiuti
Il sì del sindaco Piergallini al Piano rifiuti è approdato nel Consiglio comunale di Grottammare. La questione è stata sollevata dal consigliere del M5S Alessandra Manigrasso. Dopo aver ricordato la dichiarata posizione del Sindaco di contrarietà all’apertura di nuove discariche sul territorio, la Manigrasso ha evidenziato una certa “incoerenza” con il suo sì a un piano rifiuti come minimo “sovradimensionato”. Le critiche dell’esponente del M5S sono appoggiate anche dal comitato dei cittadini per il restyling del lungomare, coordinato da Gian Filippo Straccia. E Straccia non è certamente l’ultimo arrivato: è stato consigliere provinciale, consigliere comunale a Grottammare nonchè membro del cda dell’ATO5.
In Consiglio, il sindaco Piergallini ha difeso la sua scelta sostenendo, fra l’altro, che non si può correre il rischio di lasciare i rifiuti per strada perché non ci sono discariche disponibili. E ha ricordato che Fermo ha dichiarato pubblicamente che non accoglierà rifiuti da altri territori.
Piergallini passa la palla a Fioravanti
Un passaggio delle dichiarazioni del Sindaco di Grottammare va sottolineato, a nostro avviso. Perchè Piergallini ha detto che il Comune farà la sua parte con tutti gli altri sindaci dell’Assemblea territoriale d’ambito. Giusto. Ma ha anche aggiunto che presterà attenzione in particolare alle esigenze del Comune di Ascoli. Cioè del Comune nel cui territorio sono posizionate vasca zero, biodigestore, ecc…
Come dire: sta a Fioravanti decidere cosa fare.
L’intervento di associazioni e comitati di cittadini
Nel dibattito intervengono 22 fra associazioni ambientaliste e comitati spontanei di cittadini. Per fare chiarezza. Riportiamo integralmente il comunicato e le firme.
“Ma l’immondizia dove la mettiamo?
Ma l’immondizia dove la mettiamo? Questa la domanda che corre nei bar e nelle conversazioni al supermercato. In mancanza di informazioni è un interrogativo più che legittimo. Ma ripetuta da parte di chi le possiede tutte le informazioni sulla complessa materia dei rifiuti lascia almeno perplessi. Se il sindaco Piergallini sventola lo spauracchio dei cumuli di immondizia nelle strade per giustificare il suo voto favorevole a 3 impianti sovradimensionati rispetto al fabbisogno della provincia sembra dimenticare di essere un amministratore, quindi con competenze e poteri. Facciamo un po’ di chiarezza.
Il piano d’ambito cita doverosamente nella parte introduttiva i principi di Riduzione, Riciclo, Recupero e Riuso perché indicato dal piano regionale e dalle direttive europee (tutto il mondo va verso queste soluzioni), ma poi come li concretizza? Prevedendo 3 impianti del tutto sproporzionati rispetto al fabbisogno ATTUALE della provincia, che implicano tutti e 3 un grande volume di rifiuti per andare a regime e necessitano dell’importazione di rifiuti da fuori. È evidente il pesante impatto ambientale così come è evidente la totale mancanza di conseguenzialità tra le due affermazioni 4 R/megaimpianti. Quindi il piano d’ambito cita le 4 R ma non le applica.
Il sindaco Piergallini sa che i volumi dei rifiuti sono in progressiva diminuzione e questo è un trend fisiologico frutto di quella R della riduzione dei rifiuti a cui tutti i comuni lavorano costantemente. Quindi a che serve un impianto 3 volte più grande rispetto alla produzione attuale quando i rifiuti diminuiranno ulteriormente in futuro? Se parliamo di programmazione e di una visione a lungo termine come è possibile ragionare sui dati di ieri? Questa ATA cammina con la testa girata indietro.
Il piano d’ambito deve essere questo, una programmazione seria per affrontare e risolvere progressivamente il problema dei rifiuti come previsto dal piano regionale. La soluzione non è scavare una buca sempre più grande, ma la riduzione, il riciclo, il riuso, il recupero, è lì la soluzione vera. Avviare e sostenere imprese che lavorino su questi settori, non facendo discariche sempre più grandi.
La paventata emergenza?
È un escamotage vecchio, utilizzato in continuazione per giustificare discariche e simili, dove è certo il profitto delle società di gestione e dei comuni soci, mentre è piuttosto difficile individuare il vantaggio per il territorio.
All’emergenza ci si arriva. Come? Non facendo niente e aspettando che l’immondizia aumenti per poi gridare al pericolo e al ‘corri in discarica’. Quindi l’emergenza si crea per mancanza di decisioni e amministrazione.
In sintesi: la delibera ATA non applica i principi che cita e soprattutto non va verso la soluzione del problema dei rifiuti che con quelle decisioni rimane e anzi è destinato a peggiorare perché il piano, così come concepito, non affronta realmente il problema.
ACLI – Terra Ascoli Piceno
Arci Piceno Fermano
Ascolto & Partecipazione
Ass.ne di valorizzazione e tutela della Valdaso
Associazione I CARE
Cambia San Benedetto
CittadinanzAttiva Ascoli Piceno
Casa Comune Fermo
CittadinanzAttiva San Benedetto del Tronto
Com. Aria Pulita Castel di Lama, Villa Sant’Antonio
Dipende da Noi Ascoli Piceno
Comitato Ci Rifiutiamo Ascoli Piceno
GAS Gasper – Ascoli Piceno
Comitato Fermiamo il consumo di suolo
Dipende da Noi Fermo
Comitato spontaneo Acqua Pulita
Legambiente – circolo Lu Cucale S. Benedetto Tr.
Comitato spontaneo Le buone acque del Pescara
Obiettivi Comuni per Offida
Comitato Tutela del Bretta
Legambiente – circolo di Ascoli Piceno
Tavolo Piceno Acqua Bene Comune
Leggi anche Rifiuti: il TAR dà torto ad Ascoli Servizi Comunali