Melania Rea ultime notizie oggi: tutti ricordano l’omicidio della giovane mamma di Somma Vesuviana ma residente a Folignano (AP), uccisa il 18 aprile 2011 dal marito, il caporalmaggiore del Rav Piceno, Salvatore Parolisi.
Una donna legatissima alla famiglia ma soprattutto a sua figlia, Vittoria, che all’epoca dei fatti aveva solo diciotto mesi. Oggi è una piccola donna. Sono trascorsi solo dieci anni, ma sono stati sufficienti per farle decidere di cambiare cognome. Cancellare quello del padre e farsi chiamare con quello della mamma. Oggi, ha ottenuto il via libera per diventare Vittoria Rea.
Melania Rea, la figlia sceglie il cognome della mamma
Una storia che ha segnato per sempre la vita di una bambina. Una bambina che si è vista strappare troppo presto la sua mamma. Vittoria nel 2011, quando la sua mamma fu uccisa brutalmente dal marito Salvatore Parolisi, non aveva neanche due anni. Oggi è cresciuta grazie all’aiuto e all’amore dei nonni materni: ha undici anni e finalmente ha ottenuto il via libera per chiamarsi non più Vittoria Parolisi ma Vittoria Rea. Ha rifiutato il cognome del padre e ha scelto quello della madre, Melania Rea. Una scelta dettata dalla volontà di cancellare per sempre le tracce di colui che le ha portato via la sua mamma.
Melania Rea, è stata uccisa “dopo un’impeto d’ira, nato da un litigio tra i due coniugi e dovuto alla conclamata infedeltà coniugale dell’uomo” come si legge nelle motivazioni della condanna del marito. E lasciata agonizzante nel bosco di Ripe di Civitella (TE). Nonostante siano passati dieci anni, il ricordo di quella giovane e bellissima mamma, assassinata dall’uomo che lei amava profondamente, è ancora nel cuore di molti.
Il suo assassino, il marito Salvatore Parolisi, non ha mai confessato l’omicidio, non si è mai pentito nè ha mai chiesto perdono. A nessuno, nè alla sua famiglia, nè a quella di Melania. Ma soprattutto non ha mai chiesto scusa a sua figlia. Condannato a trent’anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere, nel 2015 ha ottenuto uno sconto della pena per buona condotta e presto sarà di nuovo un uomo libero. Attualmente lavora come centralinista, può usufruire di permessi studio per frequentare la facoltà di giurisprudenza e ha anche una nuova compagna. Nonostante il carcere, continua ad andare avanti con la sua vita, dandosi così una seconda possibilità. A differenza di Melania che invece non c’è più e una seconda possibilità purtroppo non ce l’ha.
La vicenda
Era una normale giornata di primavera quel 18 aprile 2011. Melania e Salvatore, rispettivamente 29 e 30 anni, decisero di portare la loro piccola Vittoria, di soli diciotto mesi, a fare una gita a Colle San Marco, a pochi chilometri da Ascoli. Dopo essere andata in bagno, della donna si persero le tracce. Diversi testimoni raccontarono di non aver mai visto la donna entrare nel ristorante “Il cacciatore” come invece aveva sempre sostenuto il marito. Dopo una ventina di minuti, Parolisi lanciò l’allarme: Melania è scomparsa. Da lì iniziarono le ricerche. Il 20 aprile il comando della Polizia di Teramo ricevette una telefonata anonima da parte di un uomo che segnalò la presenza di un cadavere nel bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella, in località Chiosco della Pineta. La notizia data dall’uomo fu subito verificata.
Lo scenario che trovaroni gli inquirenti fu inquietante. Melania era stata assassinata con un’arma da taglio. L’autopsia confermò la modalità e aggiunse un dato: la donna fu colpita da 35 coltellate. Gli investigatori sospettarono quasi subito del marito, è rimasto sempre l’unico indagato. Così, il 19 luglio 2011 fu arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie e di averne occultato il cadavere.
L’uomo si è sempre dichiarato innocente.
Nel corso delle diverse indagini, emersero numerosi elementi utili per ricostruire la dinamica dell’omicidio e per comprenderne il movente. Melania sarebbe stata uccisa dal marito perchè aveva scoperto la sua “doppia vita” e la sua relazione extraconiugale con una giovane allieva dell’Esercito, Ludovica. Il giorno stesso della scomparsa di Melania, Salvatore chiamò l’amante per chiederle di cancellare tutti i messaggi dal cellulare. Il rapporto con l’altra donna è stato considerato il movente dell’omicidio. Parolisi è detenuto presso la casa circondariale Torre del Gallo di Pavia.