La CGIL Marche snocciola i numeri: 11.929 infortuni sul lavoro denunciati da gennaio a settembre di quest’anno. 872 in più rispetto al 2020 (+7,9%), con gli aumenti maggiori nei settori trasporto, edilizia e industria. In crescita sia gli infortuni in occasione di lavoro (+5,6%) che quelli in itinere (+24,5%).
I numeri
I dati relativi alla Regione Marche sono stati forniti dall’INAIL e sono stati elaborati dalla CGIL Marche. Li possiamo scorrere dalle tabelle riportate.
Degli 11.929 infortuni sul lavoro denunciati da gennaio a settembre di quest’anno, 25 hanno avuto un esito mortale. 13 in meno rispetto allo stesso periodo del 2020.
I numeri relativi all’intero decennio sono impressionanti: 400 morti sul lavoro e 220 mila infortuni denunciati nel complesso.
La posizione di CGIL Marche
“La sicurezza sul lavoro non deve essere solo uno slogan – si legge in una nota. – Le leggi ci sono e anche il recente Decreto Fiscale rafforza le misure sulla sicurezza. In particolare il ruolo dell’Ispettorato del Lavoro. Ma occorre continuare a lavorare alla loro piena applicazione e a un sistema di controlli che sia continuo e puntuale. Di fronte a questi numeri non basta commuoversi e indignarsi. Occorrono azioni forti e decise da parte di tutti: dalle imprese alle Istituzioni”.
“Alla Regione e in particolare agli assessori Saltamartini e Aguzzi – dichiara Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche – chiediamo di battere un colpo, visto che aspettiamo ormai da mesi un incontro per affrontare questa emergenza. Chiediamo loro di intervenire subito per garantire le risorse necessarie ad assicurare adeguati livelli di finanziamento e di organizzazione del sistema di prevenzione. Per colmare il divario con le altre regioni e soprattutto arginare il devastante fenomeno degli infortuni sul lavoro. Vanno subito incrementati gli organici per aumentare i controlli. E’ inaccettabile che nelle Marche ci siano solo 56 tecnici della prevenzione a fronte di decine di migliaia di aziende e cantieri. A partire da quelli delle aree del sisma, in cui effettuare i controlli”.
“Occorre poi procedere subito alla definizione del Piano mirato di prevenzione – conclude Barbaresi .- E dei Piani di prevenzione tematici (edilizia, agricoltura, patologie da sovraccarico biomeccanico, stress da lavoro correlato, cancerogeni occupazionali e tumori professionali). Così come previsto dal Piano nazionale della prevenzione 2020-2025. E’ urgente, inoltre, la convocazione del Comitato regionale di Coordinamento”.
Aggiunge Giuseppe Galli, segretario regionale Cgil Marche: “queste esigenze vengono confermate anche dall’andamento delle malattie professionali denunciate. Ssono in aumento del +41,9%. E’ necessario quindi agire sul fronte dell’organizzazione del lavoro contrastando la precarietà, la frantumazione e la ricattabilità dei lavoratori”.
Leggi anche Collegio geometri, contributo agli studenti del CAT