Cresce la domanda di lavoro delle imprese private dell’industria e dei servizi nelle Marche. Secondo le previsioni, nell’ultimo trimestre dell’anno le imprese attiveranno 34.030 contratti di lavoro. Il confronto con i corrispondenti periodi precovid rende meglio l’idea: +52,8% rispetto a ottobre 2019, +47,4% per il trimestre ottobre-dicembre. A livello nazionale l’incremento, in entrambi i casi, è attorno al 29%. E c’è una novità: non sono più le professioni turistiche a detenere il primato delle più richieste, perchè in questa ripresa torna protagonista la manifattura.
Il rimbalzo del gatto morto (Dead Cat Bounce)
In finanza il Dead Cat Bounce è un rimbalzo positivo, la ripresa di un asset in declino: solitamente non è dato sapere se tale ripresa sarà duratura. La speranza è che lo sia, ovviamente. Ottobre 2021 sarà ricordato come il mese della ripartenza economica dopo un anno e mezzo di stallo e incertezze. Ripartenza anche occupazionale, poichè dall’indagine mensile sui fabbisogni professionali delle imprese marchigiane si nota una crescita interessante della domanda di lavoro. E va sottolineato che, a sorpresa, la crescita maggiore riguarderebbe il settore manifattura/servizi, con un +52,8% rispetto a ottobre 2019. Un dato che si traduce in 13.370 posizioni lavorative aperte che le imprese prevedono di coprire. Cifra che, rapportata all’intero trimestre ottobre/dicembre, sale a 34.000 circa. Tornando al gatto: ci auguriamo tutti che nel caso delle Marche si tratti di un Live Cat Bounce.
Lavoro: le previsioni per le Marche
Il rimbalzo del gatto (che speriamo vivo) vale per tutta l’Italia, poichè la crescita del sistema Paese è quasi un +30% rispetto al 2019. Ma le Marche rimbalzano molto di più del 30% nazionale. E il trend accomuna tutte le province.
L’incremento dei contratti di lavoro di cui è programmata l’attivazione, infatti, supera la media regionale citata sopra (+52.8%) sia nella provincia di Ancona (+67,4%, pari a circa 4.470 contratti di lavoro) sia in quella di Ascoli Piceno (+56,8%, pari a circa 1.850 contratti di lavoro). Per la provincia di Pesaro e Urbino si delinea un andamento simile alla media regionale (+51,7%, pari a 3.200 contratti di lavoro). Meno favorevoli, seppure sempre positive, le previsioni per Macerata (+44,7%, pari a 2.720 contratti di lavoro) e Fermo (+23,1%, pari a 1.120 contratti di lavoro).
I lavoratori che non si trovano
In questo clima di diffuso ottimismo e di vivace programmazione, c’è un problema che crea non poca incertezza: le imprese non riescono a trovare tutte le figure che di cui hanno bisogno. Cercano soprattutto operai metalmeccanici ed elettromeccanici (le posizioni aperte sono 1.420) che risultano essere anche i profili più difficili da reperire. E infatti in un caso su due non trovano il candidato. Sembra confermarsi, insomma, la tendenza rilevata nei mesi estivi: il lavoro, in certi ambiti, c’è. Ma è difficile trovare lavoratori con la preparazione tecnica giusta.
Altra tendenza purtroppo strutturale è la precarizzazione del lavoro: il 78,2% dei contratti previsti è a tempo determinato.
Il commento del Presidente di Camera Marche
“Questi dati – ha dichiarato Gino Sabatini, presidente di Camera Marche – sono un ottimo segnale e danno fiducia, ma ci devono anche spingere su tre azioni ugualmente prioritarie. La prima riguarda la necessità che le aziende possano trovare velocemente le risorse umane richieste. Al contrario, continua a esserci uno scollamento tra domanda e offerta di lavoro, che soprattutto in questa fase congiunturale rischia di limitare moltissimo la ripresa economica della nostra regione. La seconda è strettamente collegata a questa esigenza e passa attraverso un rafforzamento degli ITS e una maggiore collaborazione tra il sistema scolastico e le aziende. Perché chi trova un’occupazione possa essere facilmente e velocemente in grado di essere operativo. La terza, ugualmente importante, è creare i presupposti perché il lavoro sia sempre più stabile e sicuro, obiettivo che si raggiunge alleggerendo le tasse sul lavoro e aprendo una fase nuova nei rapporti tra organizzazioni datoriali e sindacali”.
Fonte dati: Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior.
Elaborazione dati: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche.
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