La vicenda è nota: il 12 ottobre scorso l’ATA (Assemblea territoriale d’ambito) ha approvato il Piano dei rifiuti. Con tale piano è stato dato il via libera alla realizzazione di una mastodontica discarica di 850mila metri cubi nell’alto Bretta, la cd. vasca zero. Una discarica che potrà ricevere un milione di tonnellate di rifiuti. Il piano d’ambito approvato la settimana scorsa regolerà il sistema di gestione dei rifiuti per i prossimi decenni. La decisione è stata presa con il voto favorevole di 16 sindaci: il Sindaco di Ascoli Piceno e i suoi colleghi di Carassai, Cossignano, Cupra Marittima, Grottammare, Massignano, Monsampolo, Montalto delle Marche, Montedinove, Montemonaco, Monteprandone, Offida, Ripatransone, San Benedetto del Tronto e Spinetoli. Ha votato a favore anche il Presidente della Provincia.
L’ATA e l’ascolto dei cittadini
Nel sito dell’ATA della provincia di Ascoli Piceno è specificato, fra le altre cose, che l’Assemblea garantisce la tutela degli utenti e la loro partecipazione alle scelte fondamentali. Scelte fondamentali come quella di realizzare una vasca da 850mila metri cubi di capienza nella Vallata del Tronto, si suppone. I sindaci hanno ascoltato i cittadini prima di operare una scelta che condizionerà il futuro dell’intera Valla del Tronto?
Rifiuti: le ragioni dei cittadini
Associazioni ambientaliste e comitati spontanei di cittadini residenti ad Ascoli Piceno e nella Vallata contestano la decisione presa dai 16 sindaci.
“Noi comitati denunciamo da anni la situazione di degrado della valle. Al tempo stesso dal 2016 chiediamo alle istituzioni preposte di mettere in atto strategie percorribili e attuabili e al passo con il tempo odierno e la realizzazione di un piano d’ambito.
Siamo arrivati alla giornata di ieri [12 ottobre 2021, ndr] con un piano da dover approvare in “fretta” perché prerogativa per accedere ai fondi PNRR [piano nazionale ripresa resilienza, ndr]. Questo piano a nostro avviso è inaccettabile: gli obiettivi elencati non sono supportati da azioni specifiche per il loro raggiungimento ed è totalmente carente dal punto di vista della prevenzione dei rifiuti che invece rappresenta una reale necessità per diminuire gli impatti legati al consumo di risorse e alle contaminazioni ambientali, nonché al risparmio economico dei cittadini.
Riteniamo che la pianificazione avrebbe dovuto contenere al suo interno un piano di prevenzione della produzione dei rifiuti ma rileviamo che predominano solo gli aspetti impiantistici basati su impianti di capacità che vanno molto al di là del fabbisogno del nostro territorio. Un fabbisogno che dovrebbe andare incontro a diminuzione date le norme introdotte dal pacchetto europeo sull’ economia circolare.
Non possiamo condividere la scelta di produrre CSS (combustibile solido secondario) da plastiche che non vengono riciclate o da plastiche miste che non possono avere un circuito di riciclo. Attraverso l’eco design i materiali e i sistemi devono essere riprogettati al fine di ridurre imballaggi e manufatti inutili, mentre si dovranno obbligatoriamente avviare a riciclo quelli riciclabili.
A questo proposito Ascoli Piceno può vantare la presenza di uno spin off di eco design nella facoltà di Architettura. Grazie alla presenza di questa realtà si poteva puntare a realizzare un vero e proprio distretto circolare come ci chiedono le norme europee e il pnrr.
Sottolineiamo che il pnrr non finanzierà nuovi impianti, né ampliamenti di impianti esistenti che bruciano CSS quindi rileviamo anche una criticità rispetto alla collocazione di questo genere di produzione. Riteniamo disfunzionale ai fini dell’attivazione di circuiti circolari una discarica di enormi dimensioni come vasca zero.
Fare grandi impianti poi richiede un meccanismo di alimentazione degli stessi. Il nostro fabbisogno di smaltimento attuale ammonta a 30mila tonnellate annue che dovranno essere ridotte secondo gli step europei. Mentre gli altri ambiti confinanti fanno piani temporalmente ridotti e scelgono di non realizzare impianti di smaltimento, qui nel nostro territorio si punta a realizzare una mega discarica, a chi gioverà? È probabile che con lo spazio che si verrà a creare dovremo essere noi a supportare i territori vicini.
Riteniamo che la Valle del Bretta già gravata dalla presenza di altre 2 discariche e che riceve rifiuti di ogni genere sin dai primi anni 80 abbia già fatto la sua parte.
In questi anni non abbiamo visto decrescere significativamente la produzione dei rifiuti, in particolare i comuni della costa gravano molto in termini di indifferenziato. Non abbiamo visto l’attivazione di meccanismi di premialità, che rappresentano invece un’ottima leva per sollecitare cittadini e comuni a ridurre i propri impatti ambientali.
Quello che più appare inverosimile è che la linea di indirizzo su vasca zero è stata ottenuta con il voto favorevole di soli 6 sindaci su 33 nella seduta dell 11 agosto. In molti all’assemblea di ieri [12 ottobre 2021, ndr] si sono trincerati dietro alla prerogativa della gestione pubblica, di fatto vasca zero, però, è un progetto presentato da un privato analogamente le società che gestiscono la raccolta differenziata nei comuni e che hanno acquistato con riserva vasca zero sono per gran parte private, è nota la recente acquisizione da parte di Acea di una parte di quote societarie di una delle nostre partecipate. Notizia che abbiamo appreso dai giornali”.
Leggi anche Rifiuti: i sindaci dell’ATA danno il via alla vasca zero
e ATA e la convenzione firmata il 16 luglio del mese di maggio
anche Rifiuti: istituzioni invitate a riflettere da 8 associazioni