C’è un concreto sviluppo delle relazioni avviate a Gennaio scorso, tra l’assessore della Regione Marche alla Cultura, Giorgia Latini e la Direzione dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del MiC per tracciare un percorso di collaborazione su progetti per la valorizzazione, la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e etnoantropologico delle Marche.
La giunta regionale, infatti, nell’ultima seduta, ha approvato lo schema di un protocollo d’intesa destinato a strutturare un articolato rapporto di collaborazione al fine di sostenere ed implementare la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale marchigiano e salvaguardare le testimonianze e la documentazione delle tradizioni identitarie.
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“Vogliamo costruire un innovativo modello per sperimentare una fattiva collaborazione nella valorizzazione del patrimonio immateriale, compreso quello custodito nei numerosi musei etnoantropologici, per sviluppare sinergie con le realtà attive nel territorio e per incidere in maniera sempre più significativa a favore delle comunità. In questo scorcio di legislatura abbiamo già dato una precisa impronta per la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale attraverso progetti organici e mirati a favore dei borghi e nuclei storici che rappresentano un elemento fondamentale dell’identità delle Marche e contribuiscono alla qualità della vita individuale e collettiva di cittadini e turisti”, ha spiegato Giorgia Latini.
La convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, promulgata dall’UNESCO nel 2003, identifica come patrimonio culturale immateriale le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how, come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali ad essi associati – che le comunità riconoscono come parte del loro patrimonio culturale, trasmesso di generazione in generazione.
Patrimonio immateriale delle Marche, perché valorizzarlo
Gli obiettivi che si intendono raggiungere con la stipula dell’intesa sono molteplici e spaziano in diversi settori (formazione, occupazione, istruzione, ricerca): oltre a quelli generali di concorrere, ciascuno in relazione alle proprie competenze, allo sviluppo di procedure per la raccolta, conservazione, tutela, rappresentazione e restituzione al pubblico del patrimonio immateriale.
“Fondamentale in questa prima fase la condivisione di specifici progetti che possano rappresentare un’ esperienza pilota, un modello ed una buona pratica nazionale e internazionale , anche al fine di raccogliere, conservare e valorizzare il patrimonio stesso come strumento di sviluppo sostenibile e come presupposto per la creazione di opportunità formative per la scuola , i giovani e gli stakeholders del territorio di riferimento, in un’ottica propositiva nella quale i valori e le specificità locali, a rischio di scomparsa, siano letti ed interpretati creativamente per contribuire ad una loro trasmissione e ad uno sviluppo consapevole e sostenibile del territorio” ha concluso l’assessore.
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