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L’assessore regionale Guido Castelli ha parlato di ricostruzione e in particolare delle macerie, problema per cui la Regione Marche sta lavorando in collaborazione con la struttura commissariale, l’ARPAM, il Servizio ambiente della Regione e le associazioni di categoria.

Si tratta di più di 4.200.000 tonnellate di materiale, un quantitativo quadruplo rispetto a quello relativo alle “macerie pubbliche” cioè quelle derivate dal collasso di edifici di proprietà pubblica o pregiudizievoli della pubblica incolumità.

Ricostruzione, lo Stato deve intervenire

 
La sfida è quella di applicare i dettami dell’economia circolare al ciclo della lavorazione delle macerie, alimentando un sistema virtuoso non solo in termini impiantistici ma anche di incentivi che premino il riutilizzo degli aggregati riciclati.
“Si tratta di un risultato che potrà essere raggiunto solo con la cooperazione di tutti e con il sostegno del Governo e del Parlamento,  organi ai quali compete l’adozione di norme di rango nazionale necessarie per centrare gli obiettivi già citati. Proprio in questi giorni, si stanno registrando segnalazioni che destano forti preoccupazioni in particolare nell’area del maceratese: i siti di deposito e di lavorazione del materiale proveniente dalla demolizione degli edifici privati si stanno avvicinando a livelli di saturazione.
Purtroppo il Parlamento ha ritenuto di non prorogare la possibilità di aumento del 50%, rispetto ai limiti autorizzati,  del quantitativo di macerie private stoccabili nei siti di riferimento. La deroga  introdotta dall’art.28 bis, comma 2 del Decreto 189/2016 – è scaduta lo scorso 31 dicembre 2020 ma il decreto “Milleproroghe” ha ritenuto di prorogare solo quella relativa agli impianti abilitati allo stoccaggio di macerie pubbliche. Non per gli altri che ora, appunto,  sono andati in sofferenza.
Per questi motivi   chiediamo che il Governo e il Parlamento, con urgenza, dispongano l’estensione della deroga agli impianti deputati alla gestione delle macerie private, possibilmente elevando il limite previsto all’art. 28-bis sino almeno al 75%.
Per parte nostra, in via emergenziale e d’intesa con la struttura commissariale, abbiamo avviato un’indagine conoscitiva presso i sindaci del cratere per l’individuazione di aree da destinare allo stoccaggio degli aggregati riciclati e alla messa in riserva , prima dell’avvio a recupero, delle macerie derivanti dalla demolizione di edifici privati.”  Nei prossimi giorni sono previste riunioni tecniche ed operative, anche in collaborazione con le associazioni di categoria, per la soluzione delle criticità sinora emerse. Criticità che, tuttavia   presuppongono che il Governo nazionale dimostri attenzione autentica a queste problematiche riproponendo le deroghe e , più in generale, estendendo alle macerie “private” il regime giuridico sinora riservato alla macerie pubbliche” ha spiegato l’assessore regionale alla Ricostruzione, Guido Castelli.
 

Ricostruzione, nuove soluzioni per risolvere le varie problematiche 

Nei giorni scorsi, l’Assessore Castelli ha affermato: “la ricostruzione è ripartita  e siamo riusciti ad imprimere un’adeguata accelerazione soprattutto per quanto riguarda la gestione amministrativa delle procedure e delle pratiche presso l’Usr.

Proprio grazie a questa accelerazione si profilano scenari che evidenziano nuove criticità. Non più ingorghi burocratici ma criticità relative alla funzionalità, alla logistica della ricostruzione nonché alla gestione delle macerie private (pari a circa 4,2 milioni di tonnellate), mentre quelle pubbliche (circa 1,1 milioni di tonnellate) sono state già quasi sostanzialmente definite. L’incontro odierno è servito in una logica di collaborazione a stabilire i tracciati utili a governare questa situazione. Già alcuni impianti stanno cominciando a registrare i primi problemi di stoccaggio del materiale e dunque si rende necessario agire con la massima tempestività.

Per ovviare a ciò  occorre avere un’impiantistica capace di rispondere alle esigenze di quello che sarà il più grande cratere d’Europa e favorire il riutilizzo degli aggregati riciclati provenienti dalla macinazione degli inerti per le opere infrastrutturali che verranno avviate.

Per questo si è ritenuto opportuno costituire un gruppo di lavoro con Enti, associazioni e categorie per poter costruire un sistema efficace per la lavorazione e la lavorazione delle macerie, così che la ricostruzione non abbia a soffrire per ragioni collaterali al sistema amministrativo”.

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