Hikikomori: con la pandemia di Covid-19, e il conseguente lockdown del 2020, è aumentato il numero dei cosiddetti “isolati digitali”.
Inoltre, con l’epidemia globale, oltre al maggiore isolamento in casa (in compagnia dei dispositivi digitali), si è registrata una considerevole amplificazione delle dipendenze tecnologiche. Queste ultime sono una delle più recenti forme di disturbi psicologici, che attanagliano la nostra società.
Gli Hikikomori: chi sono gli ‘isolati digitali’
Un fenomeno diffuso soprattutto in Giappone, ma di recente anche in Occidente, è quello degli “Hikikomori” (in giapponese “stare in disparte, ritirarsi”): ragazzi che si autoescludono dalla vita sociale, segregandosi volontariamente nella loro stanza e sostituendo i rapporti interpersonali con quelli virtuali.
“Il fenomeno degli Hikikomori – spiega Chiara Illiano, psicologa e psicoterapeuta – si è amplificato durante il lockdown del 2020. Ma per comprendere bene come questo disagio sia aumentato, è necessario sottolineare che gli Hikikomori possono vivere un grado diverso di isolamento: c’è chi, pur percependo questa voglia di solitudine, riesce a contrastarla vivendo una vita normale, a differenza di chi è totalmente chiuso in sé stesso”.
“Di conseguenza – prosegue la psicoterapeuta – gli Hikikomori che durante il lockdown si trovavano nel primo stadio, e che quindi sentivano il bisogno di isolarsi ma non lo facevano concretamente, hanno peggiorato la loro condizione. Lo stesso vale per coloro che stavano cercando di superare il proprio disagio attraverso percorsi personali o di psicoterapia”.
Tipi di dipendenze tecnologiche e rimedi
Cosa è la “nomofobia”
Un neologismo che ben rappresenta questo tipo di patologie è “nomofobia“, ovvero la paura di rimanere disconnessi da internet attraverso i dispositivi mobili: essa può causare stati di ansia, agitazione e irritazione se non vengono consultati, anche per pochi attimi, lo smartphone o il tablet.
Questa fobia produce anche altri effetti nocivi: fuga dai rapporti sociali; diminuzione delle ore trascorse all’aria aperta; disturbi del sonno in coincidenza dell’uso di computer, tablet e smartphone nelle ore notturne (il cosiddetto “vamping”, da vampiro).
Il fenomeno dei “nerd”
Con il termine inglese “nerd“, invece, vengono descritte le persone che hanno un carattere solitario e frustrato, e mostrano un interesse ossessivo per ciò che riguarda le nuove tecnologie, sottraendosi al contatto reale con gli altri e all’attività sportiva.
“Pro” e “contro” dei social network
Se è vero che i social network consentono alla gente di comunicare anche con persone che sono distanti geograficamente, il rischio è di percepire come reali delle relazioni che sono fondate su delle basi virtuali. Il contatto reale tra individui è, infatti, importante per comprendere meglio cosa hanno da dirci i nostri interlocutori e quali emozioni vogliono trasmetterci con il loro “linguaggio non verbale” (gestualità, espressioni facciali).
Dipendenze tecnologiche, i rischi
Internet e il web costituiscono delle importanti fonti di informazione, di intrattenimento e anche di relazione.
Ma quando il tempo trascorso “online” sottrae il tempo dedicato ad altre attività, si è in presenza di una dipendenza tecnologica vera e propria, dato che c’è una compulsiva ricerca del piacere in dosi elevate, derivante da un utilizzo incontrollato dei mezzi tecnologici.
Molte le conseguenze derivanti da un eccessivo uso della multimedialità: riduzione dello sviluppo della personalità umana; condizionamento da parte della realtà virtuale; appiattimento e omologazione delle esperienze provate; presenza di disturbi del comportamento e psicosi.
Rimedi alle dipendenze tecnologiche: lo sviluppo delle “life skills”
Per far fronte a questa forma di schiavitù, provocata dalle nuove tecnologie, è importante sviluppare un efficace rimedio, attraverso le cosiddette “life skills“: capacità umane acquisite tramite l’insegnamento o l’esperienza, che vengono usate per gestire problemi e situazioni incontrate nella vita quotidiana.
Esse possono aiutare gli individui a compiere scelte consapevoli e salutari, per fare un uso corretto delle nuove tecnologie.
Tra queste, si possono elencare: la creatività, l’empatia, lo spirito critico, la gestione delle emozioni, la capacità decisionale.
Per i più giovani, risulta importante l’esistenza di un forte rapporto con i genitori, che faccia comprendere loro quale uso devono fare di Internet, per un migliore benessere psicofisico.
L’avvento degli smartphone, dei tablet e dei social network ha, indubbiamente, ampliato le modalità di accesso ai contenuti multimediali e ha offerto metodi alternativi di rapportarsi con gli altri.
Purtroppo, molti fanno un eccessivo uso delle nuove tecnologie e di Internet, tanto da divenire “schiavi” di questi mezzi. Il consiglio sarebbe, quindi, quello di utilizzarli con moderazione.