Il Ministero della Transizione Ecologica ha approvato nuovi progetti di perforazione del suolo marino. Nuove trivelle che molto presto entreranno in azione alla ricerca delle ambite risorse del sottosuolo. Tra queste sono state attivate quella del giacimento Donata fronte San Benedetto e quella di Calipso molto al largo di Ancona, entrambe di proprietà dell’Eni. Protestano gli ambientalisti che da subito si sono fatti sentire sui social e minacciano azioni immediate.
Nuovi pozzi al via sotto i fondali dell’Adriatico. Autorizzata la ricerca di metano e petrolio nascosto nel sottosuolo marchigiano. Il ministro Roberto Cingolani ha firmato i decreti ambientali, in vista delle autorizzazioni amministrative finali. Quest’ultime sono previste per i primi di maggio. Intanto la piattaforma Emilio dell’Eni ha avuto il via libera ambientale alla trivellazione. Tra qualche settimana si procederà a perforare il giacimento Donata al largo di San Benedetto del Tronto e Alba Adriatica.
Pareri della politica
Lega e PD sono entrambe favorevoli a livello nazionale. Per il senatore Paolo Arrigoni, responsabile energia della Lega: “Le polemiche di questi giorni sono pretestuose, immotivate e celano molta ipocrisia. Anziché importare il gas, pagandolo di più e inquinando maggiormente per il trasporto via tubo o via mare, è sicuramente auspicabile lo sfruttamento delle nostre risorse nazionali, anche per contenere il già critico livello di dipendenza energetica del nostro Paese dall’estero“. Gianni Bessi, esponente del Pd dell’Emilia Romagna dove sono previste altre perforazioni: “Le politiche energetiche devono essere fondate sulle competenze dei distretti come quello dell’adriatico. Il futuro sarà nelle rinnovabili ma nel frattempo il gas può dare stabilità al sistema energetico italiano riducendo le importazioni e la dipendenza dall’estero“.
Le proteste
Protestano le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente e WWF. Queste nuove autorizzazioni non sono ben viste. Anche se riferite a procedimenti in corso da anni. Tutte concordi nel considerare la concreta mancanza di transizione ecologica. Non si deturpano ancora mare e terra con nuovi interventi.